Entra in vigore oggi, 5 marzo, la legge della Regione Lazio che regolamenta le attività di tatuaggio e piercing. A darne notizia, è la CNA di Viterbo e Civitavecchia, che sottolinea: “E’ uno strumento che interviene in assenza di una legge nazionale che disciplini questo settore dell’artigianato, i cui numeri sono stati, negli ultimi anni, in costante crescita”. Parliamo di 42 imprese nella Tuscia e di 23 a Civitavecchia e negli altri comuni del litorale a nord di Roma.
La pratica del tatuaggio e del piercing è legata alla tutela della salute e della sicurezza, che può essere garantita solo da professionisti con una adeguata preparazione. La legge prevede, a questo proposito, un percorso formativo di 800 ore per l’esercizio dell’attività di tatuatore e di 300 ore per i piercers, nonché l’aggiornamento periodico, per “l’acquisizione di adeguate conoscenze tecnico professionali, comprese quelle in materia igienico-sanitaria e di prevenzione, con particolare riferimento ai diversi rischi per la salute e per l’apparato cutaneo”.
Sono “esclusi dall’obbligo di frequentare i percorsi formativi – si legge nel testo – coloro che abbiano frequentato e superato un corso di formazione regionale di almeno novanta ore istituito ai sensi della normativa vigente in materia ovvero che, alla data di entrata in vigore della legge, certifichino di aver esercitato l’attività di tatuaggio o piercing in modo continuativo per almeno cinque anni” oltre ai soggetti interessati alla “sola esecuzione del piercing al lobo dell’orecchio”.
C’è l’indicazione di una serie di divieti, come l’esecuzione di tatuaggi e piercing (ad eccezione del piercing al lobo dell’orecchio) ai minori di 14 o 18 anni senza il consenso di chi esercita la potestà genitoriale, l’utilizzo di pigmenti e monili non conformi alla normativa vigente e l’eliminazione di tatuaggi in strutture non sanitarie.
La Regione si impegna a promuovere campagne informative, rivolte soprattutto ai giovani, sui rischi connessi ai trattamenti effettuati dagli abusivi. “E’ un aspetto importante. Secondo un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, il 13,4 per cento degli oltre 7 milioni di italiani tatuati non si è rivolto a centri autorizzati. Ciò costituisce un serio rischio per la salute. Il contrasto del fenomeno dell’abusivismo resta tra le nostre priorità in questo e negli altri settori dell’area benessere, per la salvaguardia della sicurezza dei cittadini così come delle professionalità e della qualità dei servizi offerti dagli operatori in regola. Tanto più in una fase di estrema difficoltà per queste attività, a causa dell’emergenza epidemiologica”, è
l’osservazione di Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
Dovranno ora essere emanate le deliberazioni di attuazione e integrazione della legge. Per la formazione, per esempio, vanno fissati modalità e tempi.
Info: CNA Benessere e Sanità, telefono 0761.2291. E-mail: l.fanelli@cnavt-civ.it.