Stupiti e preoccupati. Alessio Gismondi e Stefano De Paolis, rispettivamente presidente della CNA e responsabile Comunicazione della Coldiretti di Civitavecchia, hanno appreso dalla stampa che il Comune ha affidato la progettazione per il “restyling” del mercato di piazza Regina Margherita e che il presidente della competente commissione consiliare, Rolando La Rosa, ha convocato “le audizioni dei rappresentanti di categoria”.
“Nel comunicato il consigliere parla di progettazione dei lavori. Ma chi ha ricevuto l’incarico? E, soprattutto, quali indicazioni sono state date ai progettisti? Su questo punto, La Rosa tace, forse in attesa degli incontri con i rappresentanti degli operatori economici. Peccato – osservano Gismondi e De Paolis – che siano state convocate solamente due realtà associative, evidentemente quelle con le quali c’è feeling, e siano state tagliate fuori associazioni di rappresentanza di categorie che ovunque sono protagoniste dei progetti di trasformazione e rilancio dei mercati: i coltivatori con gli artigiani e i piccoli e medi imprenditori del settore agroalimentare. Altro che partecipazione e trasparenza”.
Coldiretti e CNA chiedono dunque che al tavolo siano chiamate tutte le associazioni imprenditoriali. “Non staremo certo a guardare”, assicurano.
“La nostra preoccupazione, memori del taglio del nastro di due anni fa proprio al mercato, è che si pensi a una semplice operazione di rifacimento del look. Niente di più sbagliato. Il tema – sottolineano De Paolis e Gismondi – è quello di realizzare una nuova idea di mercato, come è avvenuto in altre città, in sintonia con l’evoluzione degli stili di vita e con i cambiamenti nella cultura del cibo. Oggi i mercati sono luoghi dove non solo si propongono in vendita, sui banchi, le eccellenze agroalimentari, ma si degustano le specialità enogastronomiche e si organizzano eventi. Parliamo di spazi che si integrano anche con l’offerta turistica del territorio”.
“Questa è la sfida: progettare il mercato in una visione di sviluppo competitivo di Civitavecchia, offrire nuove opportunità alle imprese impegnate sul versante della qualità e, di conseguenza, contribuire alla creazione di posti di lavoro. Altrimenti – concludono Gismondi e De Paolis – si perde tempo e non si aiutano nemmeno gli operatori che attualmente hanno i banchi al mercato”.