“Per la salvaguardia della salute dei cittadini devono essere adottate tutte le misure necessarie e CNA condivide l’esigenza di sospendere qualsiasi attività che non rientra nella fornitura di beni e servizi essenziali per la comunità. È un sacrificio che la Confederazione, le imprese, i lavoratori e i cittadini sono pronti a sostenere con responsabilità per sconfiggere un nemico invisibile. Davanti al bene supremo che è la vita, tutto passa in secondo piano. Tuttavia abbiamo presentato al governo alcune osservazioni sull’operatività del provvedimento, per favorire la sospensione ordinata e la massima chiarezza sulle attività essenziali”. È questa la posizione di CNA riguardo al decreto annunciato ieri sera dal premier Giuseppe Conte.
Ecco le osservazioni e le richieste di CNA, “in piena sintonia – come evidenzia Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia – con le forti preoccupazioni che le imprese ci stanno manifestando in queste ore”. “In particolare, l’entrata in vigore della sospensione delle attività deve prevedere necessariamente una gradualità temporale, almeno 48 ore, per consentire alle imprese di porre in essere tutte gli interventi indispensabili alla chiusura degli impianti, alla gestione del personale e dei clienti e fornitori e per evadere gli ordini. Inoltre – afferma la Confederazione – l’individuazione delle attività e dei servizi essenziali non può essere rimessa alla mera elencazione dei codici ATECO, in quanto risulterebbe incompleta e foriera di numerosi dubbi interpretativi. Per questo motivo, CNA chiede che nel provvedimento venga espressamente consentito lo svolgimento delle attività accessorie a quelle essenziali indicate nell’elenco ATECO. Al riguardo, è necessario garantire continuità operativa a tutte quelle attività manutentive, legate a cicli produttivi e non, finalizzate a mantenere efficienti e in buono stato i macchinari e gli impianti, in modo da non pregiudicare la capacità dell’impresa quando terminerà l’emergenza”.
Occorre inoltre – sostiene CNA – consentire l’operatività alle imprese che si stanno riconvertendo per la produzione di mascherine e dispositivi per la salute e oggi sprovviste di codice ATECO.
Secondo la Confederazione, le associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, unitamente alle società di loro emanazione – promosse o partecipate -, vanno ricomprese tra le attività e i servizi essenziali: “È fondamentale garantire il ruolo della rappresentanza, che, attraverso l’attività sindacale e l’erogazione di servizi, costituisce un prezioso ed irrinunciabile elemento di raccordo tra il decisore politico e il tessuto produttivo, oltre a fornire informazioni utili alla corretta formazione del processo decisionale e garantire l’erogazione di servizi, quali, ad esempio, l’elaborazione delle buste paga e la sottoscrizione degli accordi sindacali, come nel caso dell’attivazione degli strumenti di sostegno al reddito”.