Il programma Transizione 5.0, inserito nel decreto Pnrr e pubblicato sabato sulla Gazzetta Ufficiale, ha ricevuto un giudizio estremamente positivo dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA). Questo programma promette di accelerare gli investimenti delle imprese sull’innovazione e sull’efficienza energetica, aprendo la strada a oltre 15 miliardi di euro di investimenti da parte di imprese di tutti i settori e dimensioni, contribuendo così a rilanciare l’economia e a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Secondo il presidente Dario Costantini e il segretario generale Otello Gregorini della CNA, il programma Transizione 5.0 si allinea pienamente alle proposte avanzate dalla Confederazione due anni fa. Queste proposte miravano a utilizzare le risorse del Pnrr per favorire gli investimenti delle piccole imprese nell’ambito del risparmio energetico, della digitalizzazione e, soprattutto, per promuovere l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo.
Il decreto prevede un credito d’imposta per le imprese che effettuano investimenti nel 2024 e 2025, consentendo loro di aggiornare le proprie tecnologie e di ridurre i costi energetici, che rappresentano un peso significativo per le piccole e medie imprese. Questo decreto si configura come uno strumento efficace di politica industriale, con l’erogazione immediata del credito d’imposta e l’aumento del massimale fino a 10.000 euro per le spese legate alla certificazione degli investimenti.
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente di Cna Viterbo e Civitavecchia Alessio Gismondi, che ha sottolineato come questo traguardo sia il frutto di un gioco di squadra della grande famiglia Cna. “Il programma è stato portato avanti in maniera paziente nell’arco di due anni per aiutare tutte le imprese – ha sottolineato – Tutto ciò comporterà anche un grande lavoro che le imprese commissioneranno per produrre energia da fonti rinnovabili. Ora è il momento di far presto nell’iter burocratico per permettere alle aziende di lavorare con energia autoprodotta, contribuendo non solo a diminuire i costi energetici, ma anche a ridurre lo stesso inquinamento atmosferico generato dall’uso di combustibili fossili, utilizzando, appunto, energia da fonti rinnovabili”.