Il racconto, e i prodotti, delle imprese digitali. E l’offerta rivolta a chi guarda all’artigianato come opportunità ma ha bisogno di strumenti per “intraprendere”. CNA ha portato a Tusciamakers, l’evento in corso a Viterbo, nello Spazio Attivo di Lazio Innova, esperienze concrete e le proposte del proprio sistema. In apertura della seconda edizione dell’evento organizzato dallo Spazio Attivo coordinato da Giulio Curti e dal FabLab, dopo l’assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Viterbo, Alessia Mancini, e del segretario generale della Camera di Commercio, Francesco Monzillo, è intervenuta Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, per spiegare che “se è vero che solamente l’8 per cento delle imprese utilizza tecnologie digitali (il dato è stato fornito da Monzillo), un numero crescente di micro e piccole aziende e di start-up sta investendo, anche nel nostro territorio, nel miglioramento dei processi produttivi, sta percorrendo strade finora inesplorate. Perché l’innovazione genera crescita, consente al made in Italy di guardare avanti”.
“A testimoniare questo fermento, la ricchezza di idee oggi sotto i riflettori di Tusciamakers, evento che ha il grande merito di riunire insieme, per un confronto stimolante, tutti i soggetti che operano nel vasto campo del digitale. Come gi studenti degli Istituti superiori, che fanno un lavoro straordinario”, ha sottolineato la segretaria della CNA, che ha ringraziato altresì la Regione Lazio per il sostegno alla creatività.
“Ma leva decisiva per l’innovazione – la parola è passata a Luana Melaragni, responsabile di CNA Sostenibile – è la formazione dei talenti”. Non a caso, per recuperare la tradizione, la Regione ha investito (attraverso il bando “Mestieri”) in progetti che mirano a tutelare il patrimonio produttivo promuovendone l’evoluzione. Evoluzione delle competenze e delle tecnologie. Luana Melaragni ha così illustrato il corso di formazione gratuito (cofinanziamento Regione Lazio – Unione Europea) per digital designers e makers del legno, appena partito, frequentato da 30 giovani disoccupati, e i risultati di quello “gemello” nel settore del ferro conclusosi quasi un anno fa. “Si è realizzata una contaminazione feconda – ha detto la responsabile di CNA Sostenibile – tra gli artigiani che hanno ospitato gli stage nei laboratori e gli allievi. E sono stati attivati rapporti di collaborazione importanti per la creazione di nuove linee di prodotto”.
Per dare un’idea della manifattura digitale made in Tuscia, nello spazio CNA sono stati presentati i prodotti di tre aziende coraggiose: Sartoria Cavour di Patrizia Bernini, che opera nel centro storico di Viterbo, in via Cavour appunto; FuturLegno, che ha uno stabilimento nella zona artigiana di Canepina; Massimo Eyewear di Massimo Panetti, con sede nell’area per gli insediamenti produttivi di Canino.
La prima è specializzata nella lavorazione, con taglio laser, del sughero per la creazione di originali abiti e accessori moda (ammirati, venerdì scorso, in occasione della sfilata di moda a cura della Camera di Commercio). La seconda, falegnameria artigiana attiva da diversi anni, si sta orientando anche verso la produzione di complementi e oggettistica realizzati in legno e in altri materiali con incisione e taglio laser. La terza, falegnameria tramandatasi per ben sette generazioni, punta oggi sulla lavorazione del legno 100 per cento italiano (finora soprattutto di ulivo) con l’ausilio delle nuove tecnologie e sul design per occhiali destinati a una fascia alta di mercato.
“L’artigianato si innova, mantenendo la combinazione unica di competenza, creatività e stile che lo ha reso una eccellenza del nostro Paese”, è il commento di Luigia Melaragni.