“Esprimiamo soddisfazione per il pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha rigettato il ricorso di ENEL sull’obbligo, in base a una direttiva europea, di non indurre in confusione i clienti, utilizzando marchi confondibili tra aziende di distribuzione e aziende di vendita dell’energia, e conferma la necessità di imporre obblighi netti di separazione per le imprese verticalmente integrate”. Lo afferma la CNA nazionale.
“La posizione dominante degli operatori che svolgono attività in regime di libera concorrenza, cioè la produzione e la vendita – chiarisce l’Associazione – affiancata ai monopoli tecnici, come la gestione delle reti di distribuzione, ostacola lo sviluppo dei benefici, cioè costi minori e maggiore qualità del servizio, di cui i consumatori avrebbero dovuto fruire a seguito della liberalizzazione del mercato, e costituisce un fattore fortemente penalizzante per le PMI e le imprese artigiane che operano, in una condizione di debolezza, nelle attività in libera concorrenza come quelle post-contatore. Gli operatori che gestiscono monopoli tecnici sono infatti in possesso di elementi informativi e conoscitivi strategici che derivano proprio dall’attività svolta in concessione, e che utilizzano per operare nelle attività a monte e a valle della filiera energetica, escludendo di fatto dal mercato le imprese concorrenti”.
“La sentenza – prosegue la CNA, che si era costituita in giudizio – apre molteplici orizzonti per individuare nuovi e più stringenti limiti all’attività degli ex-monopolisti nel settore del post-contatore. Tema, questo, sul quale la CNA è impegnata da anni, a sostegno delle esigenze delle imprese associate. Ora è necessario che la politica sia conseguente – conclude – e che il governo approvi le disposizioni necessarie per introdurre, nei settori dell’energia elettrica e del gas, l’obbligo di separazione proprietaria tra i soggetti che gestiscono le infrastrutture strategiche e gli operatori che operano a monte e a valle del mercato, inclusi i servizi post contatore. Una strada per garantire alle piccole imprese che operano nell’impiantistica una reale concorrenza sul mercato”.