Manca poco all’inizio dell’incontro tra il governo e le associazioni di categoria sulla cessione dei crediti. In quella sede, CNA indicherà tre priorità che richiedono risposte urgenti e definitive ai problemi generati dal decreto legge approvato la scorsa settimana.
La prima riguarda il tema non risolto dei crediti fiscali che le imprese non riescono a vendere: sono a rischio fallimento decine di migliaia di attività e si stanno bloccando i cantieri e la stessa ricostruzione post terremoto. È necessario attivare qualsiasi strumento per svuotare i cassetti fiscali delle imprese che hanno l’unica “colpa” di aver realizzato i lavori anticipando, ai cittadini beneficiari, il contributo dello Stato.
La seconda priorità è rappresentata dal caos provocato dal decreto del governo che cancella l’opzione della cessione del credito. Le condizioni indicate nel provvedimento sono disegnate sul Superbonus, senza considerare che si applicano a tutto il sistema degli incentivi. Basti pensare ai tanti lavori di edilizia libera, dalle piccole opere di ristrutturazione alla sostituzione degli infissi, che interessano moltissimi cittadini e vedono coinvolti migliaia di artigiani e piccole imprese. Al momento, per loro non ci sono indicazioni certe su come gestire i rapporti in essere.
La terza è l’avvio di un tavolo per il riordino e la stabilizzazione degli incentivi per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli immobili residenziali, anche alla luce della nuova direttiva europea sulla casa.
CNA ribadisce che l’architrave del sistema è l’opzione della cessione del credito, meccanismo che consente anche alle famiglie meno abbienti di poter realizzare interventi necessari a ridurre il consumo di energia e quindi a tagliare il costo delle bollette, nonché a mettere in sicurezza le abitazioni contro i rischi terremoto.
Non è più rinviabile un confronto serrato che porti all’adozione di soluzioni condivise nell’interesse del Paese.