Non c’è pace per le imprese della filiera delle costruzioni. Con l’emendamento al Decreto Ucraina approvato nella notte, è stato esteso l’obbligo della certificazione SOA per i lavori legati ai bonus edilizi di importo superiore ai 516mila euro, a partire dal primo gennaio 2023.
“Il Parlamento si è assunto una grave responsabilità”, dichiara CNA, che ha lavorato, nel fine settimana, per scongiurare l’approvazione della norma, il cui effetto rischia di essere l’esclusione di circa l’80 per cento delle imprese dal mercato delle lavorazioni edilizie.
“Nei giorni scorsi, avevamo espresso la nostra forte contrarietà a questo ennesimo ostacolo posto a un settore che sta dando un importante contributo alla ripresa economica e avevamo sollecitato governo e Parlamento a non procedere all’introduzione, per gli ecobonus, della certificazione attualmente obbligatoria nel caso dei lavori pubblici con importo a base d’asta superiore a 150mila euro. Peraltro le SOA non rappresentano in alcun modo un sistema capace di garantire la qualificazione delle imprese”, dice, preoccupata, Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
Secondo CNA, si alterano i meccanismi fondamentali del libero mercato. La norma penalizza imprese e cittadini. A guadagnarci, sono solamente le società autorizzate al rilascio delle certificazioni.