Al 68° posto su 111. La Tuscia ha un’occupazione da bassa classifica, sotto la media nazionale su tutte e tre le voci toccate dal Centro studi CNA, ovvero anche su disoccupazione e percentuale di imprese artigiane sul totale.
Qualche numero a livello nazionale. Nel 2016 l’occupazione è cresciuta dell’1,3% rispetto al 2015, il che equivale a 293 mila nuovi posti di lavoro. Crescono soprattutto le donne (+1,5%): in 144 mila hanno trovato un nuovo impiego. Il trend degli uomini è inferiore: +1,1%, cioè 149 mila nuovi lavoratori. Il tutto grazie al lavoro dipendente, che aumenta di 323 mila unità (+1,9%), mentre gli indipendenti diminuiscono dello 0,5%, quindi 30 mila in meno.
I numeri del Lazio? Guardando all’occupazione, Roma è al 57° posto: ha un tasso del 62,6%, la disoccupazione è invece al 9,8% e la percentuale di imprese artigiane sul totale arriva al 14%. Alle stesse voci, la media nazionale tocca rispettivamente il 57,31, il 12,37 e il 23,69. Viterbo è sotto, al 68° posto: l’occupazione è al 55,9, la disoccupazione al 14,9 e le imprese artigiane sono il 20,1% del totale. Rieti è due posizioni sotto la città dei Papi, con il 54,9, il 12 e il 24,8. Le altre del Lazio? Latina al 74° (52,3, 15,5 e 15,7), e Frosinone all’83° (49,2, 16,8 e 18,9).
La CNA, analizzando i numeri, è arrivata alla conclusione le province con i livelli occupazionali più alti sono quelle che nel 92% dei casi presentano un tasso di concentrazione delle imprese artigiane superiore alla media italiana. Ecco l’esempio di Reggio Emilia: il tasso di occupazione al 68,2% e quota di imprese artigiane al 34,61%. Oppure Lecco: occupazione al 68,3% e imprese artigiane al 33,5%. O anche Belluno, rispettivamente con il 68,8% e il 31,9%.