“L’impennata delle bollette riguarda l’intero mondo produttivo: non solo le imprese energivore, ma anche e soprattutto le micro e piccole imprese, che sopportano la maggior parte degli oneri generali di sistema”. È quanto sottolinea CNA, che chiede al governo un approccio organico per affrontare il problema del caro energia, avviando un tavolo con tutte le componenti del sistema produttivo. “Senza coinvolgere le piccole imprese, le soluzioni sono destinate ad essere insufficienti e parziali”, afferma il presidente nazionale di CNA, Dario Costantini.
Le piccole imprese italiane e le imprese artigiane subiscono una distribuzione iniqua del sistema degli oneri generali, cui contribuiscono per il 49% (circa 4,7 miliardi di euro) e con i quali finanziano anche, paradossalmente, le agevolazioni rivolte alle aziende energivore. Ciò aggrava i “normali” costi energetici di un ulteriore 35%, mettendo le piccole imprese ai margini di un mercato in cui le imprese industriali hanno il vantaggio competitivo di pagare l’energia quattro volte di meno.
“E’ un problema che denunciamo da tempo e che nell’attuale contingenza sta compromettendo l’operatività delle attività di minore dimensione, con rilevanti rischi di sospensione per le più esposte. Il costo dell’energia ha raggiunto livelli davvero insostenibili, come gli imprenditori ci segnalano quotidianamente, e diventa indifferibile una riforma drastica della bolletta”, sottolinea Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
Oltre a una riforma che garantisca una distribuzione più equa degli oneri generali di sistema tra le diverse categorie di utenti e legata all’effettivo consumo, serve, secondo la CNA, la revisione della disciplina delle agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia, affinché i benefici siano limitati alle sole aziende che abbiano effettivamente realizzato interventi di efficienza energetica.
Infine, va osservato con attenzione il fenomeno delle cosiddette “rendite inframarginali”, che condiziona il peso dei costi energetici, producendo extramargini di guadagno per alcuni produttori. Si tratta di un meccanismo che crea inefficienze nel processo di formazione del prezzo di borsa e contribuisce ad aggravare ulteriormente un quadro già complesso.