mareIl boom 2015 delle vacanze al mare ha fatto impennare l’occupazione negli stabilimenti balneari. Nel periodo giugno-settembre, preso a riferimento da una indagine di Cna Balneatori tra le imprese associate, e ancora in corso di elaborazione, sono stati segnalati oltre 5mila posti di lavoro in più tra i dipendenti degli stabilimenti italiani, una crescita del tre per cento rispetto ai 168mila occupati del 2014. Sono stime che si basano sugli studi di settore, le cui prime anticipazioni sono state illustrate questa mattina a Rimini nel corso di un convegno promosso da Cna Balneatori.

L’incremento maggiore dell’occupazione si registra negli stabilimenti balneari che hanno ampliato l’offerta, diversificando o integrando l’attività centrale, soprattutto con la ristorazione: tavole calde, pizzerie, ristoranti e tutto ciò che riguarda il food.

L’indagine ha coinvolto circa 400 titolari di stabilimenti balneari di quindici località turistiche, rappresentative delle quindici regioni costiere italiane.

“I record di questa estate nel turismo balneare – ha detto il presidente nazionale della Cna, Daniele Vaccarino, a Rimini intervenendo all’iniziativa di Cna Balneatori – sono un indicatore indiscutibile del potenziale del settore turistico come una delle piattaforme decisive per irrobustire la ripresa, far crescere il Pil e incrementare l’occupazione. Ora non possiamo adagiarci sui successi. Lavoro da fare ce n’è tanto, a cominciare dalla riqualificazione ambientale, vasta e accurata, delle bellissime coste e delle spiagge. I nostri territori vanno offerti ai turisti, italiani e di tutto il mondo,  nelle migliori condizioni possibili, infrastrutturali e di servizio. Sono interventi molto costosi e lo sappiamo bene. Ma possiamo utilizzare a questo scopo una parte dei Fondi europei destinati all’Italia.  Una scelta di valore ambientale con grandi ricadute economiche, perché  il turismo è uno dei maggiori generatori di valore aggiunto, direttamente e soprattutto con l’indotto”.

“Accanto a ciò – aggiunge – dobbiamo costruire a Bruxelles un fronte comune fra tutte le forze politiche italiane per ottenere il riconoscimento della nostra specificità nel business costiero. Sulle concessioni va convintamente sostenuta la politica del doppio binario: le nuove vanno messe a gara, ma nel contempo vanno tutelate le imprese familiari , che hanno effettuato corposi investimenti per migliorare costantemente gli impianti e per tutte le manutenzioni ordinarie e straordinarie. Tutto questo non è compatibile con una scadenza ravvicinata delle concessioni. C’è infine un tema pienamente alla nostra portata – conclude Vaccarino –  e cioè la destagionalizzazione del turismo balneare. Le istituzioni hanno il compito di evitare la concentrazione in poche settimane  fra luglio e agosto degli eventi e delle attività promozionali più rilevanti”.