Luigia MelaragniE adesso è la CNA a fare luce sulle bollette dell’energia. Perché chi ci capisce è bravo. Una volta analizzate a fondo però emergono risultati pessimi: sono compilate correttamente solo il 14%, l’8% ha oltre 15 anomalie e il 58% tra 1 e 5. Il problema è che poi questo torna a bomba in maxi conguagli che mettono in ginocchio le imprese. È quanto emerge dall’Osservatorio CNA sul costo delle bollette elettriche, cui ha contribuito anche l’Associazione di Viterbo e Civitavecchia portando circa 40 casi. “Questa pratica di conguagli e stime deve finire. Le imprese non possono vivere nell’incertezza”, spiega la segretaria Luigia Melaragni.

Il lavoro è diviso in due parti: la prima tra gennaio e settembre 2015 per avere un quadro generale sulle bollette delle imprese associate (area benessere, autoriparazione e officine meccaniche), la seconda a febbraio 2016, per mettere a fuoco le criticità. Ciò che ne esce evidenzia profonde carenze nei documenti di fatturazione, che devono contemplare alcune informazioni obbligatorie per garantire la massima trasparenza all’utente. Le ha individuate l’Autorità per l’energia, ma troppo spesso non vengono riportate. L’anomalia più frequente? Mancano le informazioni nel quadro sintetico, proprio quelle pensate per facilitare la lettura dei consumi. La più grave? Tra i cinque operatori analizzati, nessuno indica se si tratta di consumi effettivi o stimati. È da qui che poi sono in agguato i maxi conguagli.

E ancora: le imprese manifatturiere hanno diritto all’Iva agevolata sull’energia elettrica, ovvero ridotta al 10%. Invece in 3 casi su 10 resta al 22%.

E passiamo allo scorso febbraio.

Le anomalie sono state approfondite. E si arriva ai conguagli. Secondo la CNA si tratta di un fenomeno che si abbatte sul cliente inerme: le imprese ne escono a pezzi, penalizzate poiché gli importi elevati non solo creano problemi di liquidità, ma a volte si arriva a compromettere l’operatività dell’impresa. Quasi il 20% delle bollette è su conguaglio, oltre il 6% è calcolato su stime dell’operatore e più del 20% non indica neanche se il dato è reale o stimato. Impossibile, in queste condizioni, tenere sotto controllo i consumi, quindi capire quanto gravano nell’economia dell’azienda.

Solo poco più della metà delle bollette è calcolato sui consumi reali. Per questo la CNA chiede – e ritiene urgenti – alcune misure che rimettano la situazione sui giusti binari. “Intanto che sia obbligatoria e vincolante la possibilità di rateizzare i conguagli, senza interessi – conclude Melaragni – e poi che la prescrizione per gli stessi scenda dagli attuali 5 a 2 anni. L’Autorità per l’Energia si impegni a realizzare presto il Sistema informativo integrato, tramite il quale, il problema potrebbe essere risolto”.