Dopo l’annuncio, da parte dell’autotrasporto merci, di manifestazioni in tutta Italia sabato 19 marzo, il governo ha convocato le associazioni di rappresentanza del settore. Il confronto si terrà martedì 15 al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. “Ci vogliono misure straordinarie, subito, a partire da un credito d’imposta del 30 per cento sul prezzo industriale del gasolio. Perché la situazione è drammatica. Diventa ogni giorno più difficile, per le nostre piccole e medie imprese, sopravvivere ai continui rincari del costo del carburante”, afferma Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
CNA Fita e le altre associazioni nazionali che fanno parte di Unatras escludono di proclamare, prima del 15, il fermo dei servizi e invitano a non assumere iniziative volte a impedire la libera circolazione delle merci. “Soprattutto in momenti di enorme difficoltà, atti estremi non aiutano. Valuteremo azioni più incisive – dicono – solo se nell’incontro con il governo non riceveremo risposte concrete”.
Le aziende di autotrasporto lavorano, ormai, in perdita. “Proprio stamane abbiamo avuto un colloquio con una impresa di Orte che ha dovuto bloccare l’attività e impiegare gli autisti nella manutenzione dei mezzi, perché non riesce a far fronte all’impennata dei prezzi e a farsi riconoscere i maggiori costi dalla committenza. Altre aziende, penso ad alcune del litorale, ci hanno comunicato che lunedì saranno costrette a compiere la stessa scelta”, dice Melaragni.
“Non ce la facciamo a sostenere questi aumenti indiscriminati, cui si è aggiunta la scarsità di prodotto per i tagli delle forniture operati dalle compagnie petrolifere. Il governo ha il dovere di aiutarci con interventi immediati e, allo stesso tempo, di contrastare e sanzionare le sacche di speculazione. Qui è ko l’intera filiera”, sottolinea Vincenzo Siciliano, presidente di CNA Fita di Viterbo e Civitavecchia, a capo del Consorzio Autotrasportatori di Civitavecchia, che anticipa: “Da lunedì prossimo, i mezzi degli autotrasportatori che operano al Porto di Civitavecchia resteranno nei piazzali. Impossibile viaggiare alle condizioni attuali”.
Altre voci. Una è di un imprenditore di Montefiascone. “Come si fa a girare con il gasolio a 1,80 euro più Iva? Inoltre, le tariffe non sono state adeguate. Stiamo andando avanti – parlaLivio Cevolo, della Cevolo Trasporti – perché non possiamo abbandonare i clienti. Il servizio deve essere garantito. Ma temo che alla fine del mese dovremo fermarci, perché adesso fare i viaggi significa rimetterci. Già alcune imprese non ce la fanno più. La nostra è una piccola azienda con venti mezzi. Abbiamo acquistato i camion euro 6 a urea perché non inquinavano. Un camion consuma 25-30 litri di urea ogni viaggio: prima un litro costava 30 centesimi, ora siamo a un euro”.
“E’ una situazione tragica. L’attività prosegue, ma in perdita. L’incremento delle spese è ogni mese di 50.000 euro. Abbiamo 32 mezzi, ogni scarico ci costa il 45 per cento in più. Possiamo reggere il primo mese, ma non sappiamo se dal secondo saremo in grado di acquistare il gasolio”, è la voce di Annalisa Tortella, dell’azienda nepesina Tortella Trasporti.
E’ di Nepi anche Massimo Giovanale, della Giovanale Autotrasporti: “La maggior parte dei nostri veicoli opera nel settore agroalimentare, in particolare nella zootecnia. Abbiamo il dovere professionale e morale di continuare a lavorare. Ma certo i rincari vertiginosi innescano perdite. Possiamo resistere altri 15-20 giorni, al massimo un mese, poi dovremo ragionare sul da farsi, perché di questo passo l’attività diventa antieconomica”.
Giovanale pone anche il tema degli affidamenti bancari da parte delle società petrolifere. “Noi abbiamo carte carburante con affidamento mensile di 35 mila euro, che garantivano il rifornimento di cinque camion. Adesso, con il gasolio aumentato del 50 per cento, non arriviamo al 20 del mese. L’innalzamento del tetto del fido ci è stato negato. Servono garanzie per i trasportatori”.
“Siamo in presenza di una crisi che ha ripercussioni molto pesanti sul tessuto socio-economico. Il governo è tenuto a varare con urgenza i provvedimenti che abbiamo chiesto, per scongiurare che la situazione per le imprese diventi del tutto ingestibile”, conclude la segretaria della CNA.