Con una nota inviata alla stampa alle 20,20 di ieri, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso noti gli importi delle deduzioni forfetarie di spese non documentate per il periodo di imposta 2017. Finalmente, verrebbe da dire, visto che la comunicazione arriva con grande ritardo. In realtà, le cifre hanno ulteriormente allarmato gli autotrasportatori.
Per ciascun trasporto effettuato personalmente dall’imprenditore entro il comune in cui ha sede l’impresa, la deduzione prevista è di 13,3 euro; oltre il comune sede d’impresa, invece, è fissata in 38 euro (va precisato che, in entrambi i casi, la deduzione si applica una sola volta per ogni giorno di trasporto). “Erano ben diverse le aspettative delle imprese: 51 euro oltre il comune e 17,85 in ambito comunale. Gli importi indicati dal MEF penalizzano gli autotrasportatori, determinando maggiori imposte fino a 2.000 euro”, denuncia CNA Fita, che rinnova la richiesta di incontro al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, il cui atteggiamento viene definito “sconcertante”: “Il ministro interviene praticamente su tutto, ma non si cura minimamente di avviare il dialogo con la categoria e di ascoltare i problemi che affliggono quotidianamente le imprese e frenano il rilancio dell’economia”.
Come si sa, Unatras, la sigla che riunisce le più rappresentative associazioni di imprese del trasporto su gomma, compresa CNA Fita, ha proclamato il fermo nazionale dei servizi di autotrasporto merci dal 6 al 9 agosto. “E’ preoccupante che Toninelli non apra al confronto: così disattende palesemente gli impegni sanciti dal codice che regolamenta il settore in caso di sciopero”, incalza l’Unione delle imprese di trasporto della CNA.
“Estrema polverizzazione del settore, elevati costi di gestione e conseguente dumping, assenza di una incisiva politica europea che promuova condizioni di partenza uguali per tutti, carenze vistose riguardo alla sicurezza stradale: i mali non si palesano certo oggi. In questa situazione già critica, aggiungiamo – evidenzia CNA Fita – gli ‘sbarchi’, ogni giorno, di flotte di camion targati Polonia, Romania, Bulgaria, Slovacchia ed altri Paesi dell’Est dove il salario minimo mensile di riferimento è inferiore a 500 euro e il costo del gasolio per autotrazione è ridotto rispetto a quello italiano; il riconoscimento di importi minori rispetto a quelli attesi per le deduzioni forfetarie; il previsto taglio sul fondo destinato ai pedaggi autostradali (48 milioni di euro in meno nel 2019 e 2020) e su quello riservato al rimborso delle accise (fondo decurtato del 15 per cento a partire dal 1° gennaio 2019); la disparità di trattamento nella mancata concessione della proroga della fatturazione elettronica alle imprese che attingono a cisterne private, come nel caso delle numerose aziende del settore aderenti a consorzi e cooperative. Di questi e di altri problemi vorremmo parlare con il ministro dei Trasporti per lavorare insieme sulle soluzioni”.
Per completezza di informazione, il comunicato diffuso ieri sera dal MEF stabilisce anche la misura relativa al contributo al Servizio Sanitario Nazionale versato sui premi di assicurazione per i veicoli di massa complessiva a pieno carico non inferiore a 115 quintali: fino a un massimo di 300 euro per ciascun veicolo.