Layout 1Aumenta sensibilmente il numero di imprese straniere registrate nella provincia di Viterbo al 30 giugno 2019. Passano da 2.671 a 2.705. Un incremento dell’1,4% inferiore ai ritmi di crescita del passato, che produce un’incidenza del 7,1% sul numero totale di imprese. È quanto risulta dalla fotografia scattata da Unioncamere e InfoCamere in cui si può cogliere anche il quadro regionale con un’incidenza percentuale al 12,3% e nazionale che si attesta al 10%.

Per imprese straniere si intende quell’insieme di attività economiche in cui la partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite.

Analizzando nel dettaglio i dati settoriali nella Tuscia emerge che le imprese dove sono maggiormente presenti imprenditori stranieri è quello delle costruzioni (713 imprese, il 14,7% di tutte le imprese iscritte nel settore delle costruzioni), seguito dal commercio (931 imprese con una incidenza dell’11,7%). Elevata, anche se con valori assoluti più bassi, la presenza nel settore dei servizi alle imprese (6,9%), seguono i servizi di alloggio e ristorazione (incidenza 5,9%) e i trasporti e spedizioni (incidenza 5,2%).

Per quanto riguarda la forma giuridica, si registra una forte presenza di imprese individuali, il 79% circa, mentre le società di capitali rappresentano il 14,8% e le società di persone appena il 5% circa.

Quanto alle nazionalità, si può fare riferimento solo alle persone titolari di imprese individuali. E’ quindi da Romania, Marocco e Albania, che provengono le comunità più numerose di imprenditori immigrati: Romania con 601 persone titolari di imprese individuali, Marocco con 268 imprese e l’Albania con 110. Per quanto riguarda la specializzazione produttiva, le comunità imprenditoriale rumena e albanese sono molto presenti nel settore delle costruzioni, rispettivamente con il 64,2% e 69,1% delle imprese individuali riconducibili a questi Paesi, mentre il settore del commercio è quello prediletto dalle comunità marocchina (92,9%), cinese (86,2%) e senegalese (95,6%).