Gli imprenditori della CNA di Viterbo hanno già scelto la squadra che li rappresenterà nel confronto con la nuova amministrazione comunale e, naturalmente, con le altre istituzioni locali. Ieri sera, nel corso dell’assemblea elettiva riunitasi nella sede di via I Maggio, è stata eletta la presidenza della CNA del capoluogo. Ne fanno parte Francesco Biondi, Enio Gentili, Massimo Ragonesi, Patrizia Rocchetti, Salvatore Rocchetti e Andrea Sganappa. A guidarla, Daniela Lai, ceramista.

“E’ un gruppo con una visione chiara delle sfide da affrontare per il rilancio competitivo della città. Conosce bene, vivendoli quotidianamente, i problemi delle realtà produttive che operano nelle diverse zone del capoluogo ed è animato dalla volontà di lavorare per fare di Viterbo un luogo dove sia facile ed attraente fare impresa, come recita uno slogan della CNA”, afferma Luigia Melaragni, segretaria della CNA Associazione di Viterbo e Civitavecchia, che ha partecipato all’assemblea. “Bisogna combattere -prosegue- il crescente sentimento di sfiducia, manifestato nella consultazione elettorale con un’astensione record, e riconquistare i cittadini, gli imprenditori, alla partecipazione. E’ stato evidenziato anche negli interventi: le imprese devono fare la loro parte, essere propositive, ripensare l’organizzazione del lavoro e il rapporto con il territorio”.

La CNA è dunque pronta a discutere e a collaborare perché gli impegni assunti dal sindaco negli incontri con gli imprenditori tenuti nelle ultime settimane, dalla riqualificazione del Poggino alla rivitalizzazione del centro storico, si traducano in fatti. “C’è una forte aspettativa. Penso che il nuovo esecutivo darà subito un segnale forte se si aprirà al confronto con tutti gli attori della città e valorizzerà la ricchezza di idee, le energie, il patrimonio umano, culturale e produttivo di cui Viterbo dispone”, osserva la presidente Lai.

Certo, i problemi strutturali della città si sommano alla profondità della crisi in un Paese dove -come emerge dall’indagine del Centro Studi della CNA- il fisco si prende fino al 74 per cento del reddito, il credito è sempre meno accessibile e il costo del lavoro è diventato insostenibile. Così si fa fatica -hanno detto gli operatori presenti- a restare nel mercato. Serve perciò rafforzare la rappresentanza anche a livello nazionale, per spingere il governo ad intervenire a sostegno dei settori strategici: Made in Italy, costruzioni, servizi al territorio e alle persone, lavoro artigiano, patrimonio, questo, che ci rende unici al mondo.

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