CNA aveva chiesto, nei giorni scorsi, al governo e al Parlamento di abrogare l’articolo 4 del Decreto fiscale, in base al quale il committente di un’opera o di un servizio era tenuto a versare le ritenute fiscali per i lavoratori dipendenti impiegati nell’appalto, mentre alle imprese appaltatrici e subappaltatrici spettava anticipare al committente il relativo importo o chiedergli di compensarlo con i corrispettivi dovuti. Una misura insostenibile.
La Commissione Finanze ha approvato una nuova formulazione dell’articolo 4, che però non soddisfa la CNA, perché “dà risposta solo alle imprese che partecipano alla realizzazione di lavori di importo complessivo annuo inferiore a 200 mila euro, ma – sostiene la Confederazione degli artigiani e delle piccole e medie imprese – è addirittura peggiorativa per gli appalti superiori a questa soglia”.
“E’ vero – osserva il segretario generale, Sergio Silvestrini – che non è più previsto l’obbligo per i committenti di versare direttamente le ritenute relative ai dipendenti, ma permane in capo a loro il ruolo di controllori sulla correttezza formale dei versamenti eseguiti da appaltatori e subappaltatori. I committenti, insomma, devono svolgere la funzione dell’Agenzia delle Entrate e gli appaltatori devono predisporre la contabilità delle ritenute dovute per ogni appalto, contabilizzando le ritenute di ora/lavoro e procedere al versamento delle stesse per appalto”.
Preoccupata anche Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia. “Siamo di fronte a una procedura estremamente complessa per le imprese anche in termini di tempo/lavoro richiesto per l’espletamento degli obblighi previsti dalla norma. Rileviamo altresì – prosegue – elementi di complessità sui requisiti per l’esclusione dalle recenti norme per gli appalti di importo complessivo superiore a 200mila euro. Ad esempio, oltre ad essere in attività da almeno tre anni, l’impresa deve essere in regola con gli adempimenti dichiarativi e deve aver effettuato versamenti fiscali di importo non inferiore al 10 per cento del volume dei ricavi dichiarati nel triennio”.
CNA rinnova dunque la richiesta di cancellare l’articolo 4. “Ribadiamo che i fenomeni di omesso versamento delle ritenute sui dipendenti nell’ambito degli appalti possono essere agevolmente contrastati – conclude Melaragni – consentendo all’Agenzia delle Entrate di conoscere in tempo reale la stipula dei contratti di appalto”.