appalti lavoriLa Camera ha approvato con 348 voti favorevoli, 78 contrari e 25 astenuti il disegno di legge delega che sta riscrivendo la disciplina dei contratti pubblici. Il testo passa ora all’esame del Senato.

Il Governo potrà scegliere se approvare subito il nuovo Codice Appalti o se procedere prima al recepimento delle Direttive e poi varare le norme che regoleranno i contratti pubblici, comunque il tutto dovrà essere approvato al massimo entro il 31 luglio 2016.

Di seguito si elencano le maggiori novità introdotte dalla legge delega.

Potere all’ANAC

L’Autorità guidata da Cantone si rafforza in maniera significativa. Anzitutto gli atti prodotti dall’ANAC saranno vincolanti per le stazioni appaltanti, compresi i bandi tipo e le linee guida. Non solo: all’Autorità sarà dato il potere imporre lo stop alle gare irregolari in corso e anche annullare in autotutela quelle sospettate di essere oggetto di corruzione.

Basta deroghe

Finiti i tempi delle deroghe alle normali procedure negoziali per l’affidamento dei lavori pubblici. Stop dunque agli affidamenti diretti o alle trattative private che sono state troppo spesso il grimaldello con cui i fenomeni di corruzione si sono infiltrati nel settore degli appalti.

Le deroghe, infatti, erano diventate la “regola del gioco” e questo in palese contrasto con le norme stabilite dal Codice dei contratti pubblici.

Una pagella per le imprese

La partecipazione alle gare sarà facile solo per le imprese virtuose. Non sarà più sufficiente la semplice SOA, ma anche una solida reputazione abbinata al “rating” di legalità. Frenata sulla procedura di avvalimento e niente bandi per le imprese che hanno fatto richiesta di concordato in bianco.

Progettazione protagonista

Finalmente i servizi di Ingegneria e Architettura non potranno più essere soggetti alla pratica del massimo ribasso. Torna con forza, dunque, il tema della centralità del progetto e viene limitato il ricorso all’appalto integrato.

Stop alle varianti

Come per le deroghe, le varianti in corso d’opera sono sempre state uno strumento che ha consentito ai disonesti di dilatare i tempi di realizzazione delle opere pubbliche e di gonfiare i costi previsti in fase di affidamento dei lavori.

Massimo ribasso addio

Altro vulnus che non ha fatto bene allo stato di salute degli lavori pubblici in Italia. La nuova riforma degli appalti stabilisce che il criterio del prezzo non potrà più essere l’unico valutabile nel caso delle gare di progettazione (vedi sopra); ma anche per gli altri tipi di bandi si dovrà sempre prediligere il metodo dell’offerta più vantaggiosa, calibrando prezzo e qualità del servizio/prestazione atteso.

Albo dei commissari

Stop agli affidamenti effettuati dai general contractor che, come insegna il Caso Incalza, non ha portato risultati entusiasmanti. Sarà l’ANAC a tenere un apposito registro dei commissari di gara, che saranno sorteggiati per la valutazione delle offerte. Ancora in fase di definizione i criteri per l’iscrizione all’albo e i requisiti di competenza e professionalità, che saranno individuate dall’Autorità di Cantone.

Qualificazione delle SA

Ok alle imprese qualificate, senza dimenticare le stazioni appaltanti. Sarà sempre l’ANAC a individuare quali stazioni “tagliare” sia per ridurre i costi, sia per evitare che la valutazione delle offerte venga effettuata da enti impreparati e senza le dovute competenze tecniche specifiche.

Pubblicità e procedura delle gare.

Per favorire le gare telematiche e cancellare l’obbligo di pubblicità sui giornali, le Stazioni Appaltanti dovranno pubblicare i bandi di gara sul proprio sito web. I criteri di aggiudicazione, le condizioni per l’esecuzione dei contratti e la scelta delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione dovranno inoltre assicurare l’accessibilità alle persone con disabilità.

Appalti in concessione.

Chi si aggiudica una concessione attraverso una gara potrà affidare anche tutti i lavori alle società in house. Chi, al contrario, è titolare di una concessione di importo superiore a 150 mila euro senza aver vinto una gara, dovrà affidare l’80% dei lavori bandendo una gara e il restante 20% potrà andare alle società in house.

Sostenibilità energetica ed ambientale.

Negli appalti dovrà essere garantita la sostenibilità energetica e ambientale legando il criterio di aggiudicazione ai costi del ciclo di vita dei prodotti e prevedendo un punteggio maggiore per i lavori, i beni e i servizi con un minore impatto sulla salute e sull’ambiente.

Subappalto.

In caso di inadempimento da parte dell’appaltatore, la Stazione Appaltante procederà al pagamento diretto dei subappaltatori. In alcuni casi da definire, sarà obbligatorio indicare tre subappaltatori per ogni categoria di lavori da subappaltare in modo da garantire la continuità dei cantieri. L’idoneità delle imprese dovrà essere garantita dal titolare del contratto d’appalto.

Maurizio Mancini

Responsabile CNA Costruzioni Viterbo e Civitavecchia