Mezzo secolo di storia, tra barba e capelli. Stavolta però le forbici taglieranno altro: il nastro del traguardo dei 50 anni. “Acconciatore dal 1973… Marco e Tonino di Andreoni Marco”, Cura di Vetralla, via Cassia 112, ore 12: l’appuntamento è lì, ora e come si faceva una volta, quando l’attività era anche un luogo di ritrovo. E lì la CNA – con la quale prima Tonino e poi Marco hanno condiviso il cammino dal primissimo minuto – consegnerà loro una targa simbolo di passione, impegno e fiducia.
La storia nasce con Tonino, ben prima dell’avvio dell’impresa. “Ho iniziato a fare il ragazzetto di bottega a 12 anni, nel 1963. La prima settimana mi hanno dato 300 lire. Prima mi facevano fare solo le pulizie – dice – poi qualcosa in più: dopo un mese ho iniziato a usare le forbici, ancora dopo il rasoio per fare la barba”.
Si è fatto le ossa tra Vetralla e Viterbo fino a quando, dopo il militare, ha deciso di rilevare l’attività di un altro barbiere. E da lì poi non si è più mosso per 50 anni. “Ricordo che pagai la licenza 300mila lire. C’erano due sedie per lavorare, altre quattro di quelle da cucina, un paio di specchi e due lavandini. Quando l’attività ha preso piede è stata rinnovata”.
La CNA è stata al suo fianco da subito. “Mi sono associato immediatamente – spiega – e ho seguito tutti i corsi di formazione”. Era molto diverso da adesso. “Allora la domenica era il giorno che si lavorava di più, venivano pure da fuori: si facevano belli per andare poi da Schenardi a Viterbo. Prima si faceva la barba una volta a settimana, c’erano i meccanici che si sedevano ancora in tuta, sembrava quasi un’osteria. Il sabato qui si faceva perfino la doccia. Era un luogo di ritrovo”. E adesso? “C’è la moda dei calciatori, con i capelli colorati: vedono i telefonini invece delle riviste e ci chiedono di replicare le acconciature dei personaggi famosi. Se mi aspettavo di arrivare ai 50 anni di attività? Fortunatamente siamo ancora qua, poi con la famiglia che cresceva c’era da lavorare di più”.
Marco è entrato nel ’97, dopo il servizio di leva. Qualche anno di rodaggio, poi Tonino è andato in pensione nel 2012 e il figlio è diventato titolare l’anno successivo. E questa è la seconda parte della storia. “Ho iniziato a lavorarci nel 96 – commenta – davo una mano nel periodo estivo. E come mio padre ho iniziato subito con la formazione. All’inizio andavo lì per prendere la paghetta, poi ho visto che venivano anche gli amici, alla fine è diventato il mio lavoro”. Anche lui da subito è stato parte della famiglia CNA.
Aspettative per il futuro? Tante. “Intanto cercare sempre di mantenere il cliente. Poi provare a migliorare. E puntare al traguardo di mio padre”. L’ultimo baffo non è stato ancora tagliato e non è detto che non possa esserci un terzo capitolo della storia. “Avendo due figli, magari qualcuno vorrà proseguire nel mio mestiere”.
E la CNA sarà ancora lì, pronta a dare una mano. “Ci ha sempre aiutato in tutto, con tutte le novità tecnologiche da soli non ce l’avremmo mai fatta. Siamo stati assistiti benissimo – concludono Tonino e Marco – è stata sempre un passo avanti a tutte le norme per non farci trovare in difficoltà”.