“Abbiamo finora presentato le domande di quasi 400 imprese che sono state costrette a fare ricorso agli ammortizzatori sociali per più di mille lavoratori, a causa della sospensione o della riduzione dell’attività dovute alla diffusione del coronavirus. E purtroppo non ci fermeremo a questo numero. Ogni giorno riceviamo nuove richieste”. Così Riccardo Pera, responsabile dell’Area Politiche e Servizi per il Lavoro della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
Parliamo non solo delle imprese artigiane, per le quali è attivo il Fondo di Solidarietà Bilaterale, FSBA, come spiega Pera. Che dà notizia dell’avvio, proprio oggi, del pagamento, da parte di Eblart (Ente Bilaterale per l’Artigianato del Lazio), delle prestazioni relative al mese di marzo per i lavoratori dell’artigianato.
“Alla fine di febbraio, Eblart ha deliberato un intervento straordinario, legato all’epidemia in corso, a sostegno del reddito dei dipendenti del settore (ad esclusione dell’edilizia, che accede alla cassa integrazione ordinaria) e il 5 marzo – dice – ha dato il via alle domande per le prestazioni. I nostri uffici si sono immediatamente attivati. FSBA ha successivamente approvato un piano speciale per permettere l’accesso all’assegno ordinario a favore dei lavoratori delle aziende artigiane, introducendo, tra le causali, quella riferita all’emergenza Covid-19”.
“Ciò ci consente di dare sicurezza alle imprese del settore – sottolinea Pera -. Tanto più che anche i datori di lavoro artigiani, seppure non in regola con la contribuzione al Fondo, in attesa di regolarizzarsi possono richiedere la prestazione, sempre nel limite di nove settimane. C’è tempo fino al 31 maggio. Sono almeno un centinaio i nostri associati che finora hanno chiesto di accedere al Fondo per i loro dipendenti”.
Nelle aziende dell’edilizia, artigiane e industriali, è scattata la cassa integrazione ordinaria, soprattutto dopo che l’ultimo decreto ha disposto la sospensione di quasi tutti i cantieri.
“Stiamo predisponendo le pratiche per l’utilizzo dei diversi strumenti a disposizione, compresi il Fondo per l’Integrazione Salariale per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi con almeno sei dipendenti e la cassa integrazione in deroga prevista dall’accordo tra la Regione Lazio e le parti sociali a favore dei lavoratori dei settori esclusi dall’accesso agli altri ammortizzatori. La situazione è veramente difficile – conclude il rappresentante della CNA -, perché anche la maggioranza delle aziende la cui attività non figura tra quelle sospese sono, di fatto, ferme. C’è da augurarsi che, seppure con gradualità, si possa ripartire il prima possibile, perché gli effetti dell’emergenza nel mondo del lavoro stanno diventando insostenibili”.