Autorizzare le imprese di acconciatura ed estetica ad aprire nelle zone rosse, massima determinazione nella lotta all’abusivismo dilagante, aumentare le risorse per i contributi a fondo perduto e rivedere i criteri di assegnazione per evitare discriminazioni. Sono le richieste presentate alla ministra per gli Affari Regionali e Autonomie, Mariastella Gelmini, da una delegazione di imprese del settore aderenti a CNA e alle altre associazioni di rappresentanza dell’artigianato insieme alla simbolica consegna delle 50mila firme raccolte con una petizione promossa online per sollecitare l’intervento del governo a favore di un comparto pesantemente colpito dall’emergenza epidemiologica.
Saloni di acconciatura e centri estetici hanno sempre assicurato la rigorosa osservanza dei protocolli igienico-sanitari e non è un caso non rappresentino fonte di contagio. A mettere a rischio la salute dei cittadini, è invece l’abusivismo.
Il prossimo Decreto Sostegni dovrà prevedere – è stato ribadito alla ministra – una modifica dei criteri per l’assegnazione dei contributi a fondo perduto, affinché possa essere ampliata la platea dei beneficiari. Occorre eliminare, per prima cosa, la “tagliola” del 30% del calo dei ricavi. Con questa soglia, infatti, soltanto 28 imprese su 100 potranno accedere al contributo. Una vera e propria discriminazione. Il 94% delle attività di acconciatura ed estetica ha accusato l’anno scorso una perdita media del fatturato del 25%.