Aumenta il livello di fiducia delle imprese italiane, passando dal 74,6 di giugno a 79,6 di luglio. Lo rileva l’Istat, sottolineando come si registrino miglioramenti su tutti i settori economici. In particolare per le aziende manifatturiere si tratta del livello più alto dal novembre 2011. Nelle costruzioni, l’indicatore sale dal 71,1 di giugno al 76,5, con miglioramenti delle aspettative sull’occupazione. Crescono anche i salari, per il terzo mese consecutivo sopra il livello dell’inflazione. Crolla, invece, il numero delle nuove abitazioni.

A luglio la fiducia delle imprese italiane segna un aumento, con l’indice che sale a 79,6 da 74,6 di giugno. Lo rileva l’Istat, sottolineando come si registrino miglioramenti su tutti i settori economici. In particolare la fiducia per le aziende manifatturiere raggiunge il livello più alto dal novembre del 2011.  Infatti, fa sapere sempre l’Istat, l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere passa da 90,5 di giugno a 91,7, con un rasserenamento del clima che riguarda sia i giudizi sugli ordini che le attese di produzione. Quanto alle costruzioni, l’indicatore sale da 71,1 di giugno a 76,5, con miglioramenti anche per le aspettative sull’occupazione. Sempre in crescita risultano sia la fiducia per le imprese dei servizi di mercato (da 70,7 a 75,6) sia del commercio al dettaglio (da 80,9 a 82,1), dove però è solo la distribuzione tradizionale a spingere la fiducia, invece in calo nella grande distribuzione.

A giugno le retribuzioni contrattuali orarie crescono dello 0,2% su base mensile e dell’1,5% sull’anno, in lieve risalita dall’1,4% di maggio. Lo rileva ancora l’Istat, che sempre per giugno indicava un’inflazione all’1,2%. I salari continuano a crescere più dei prezzi, ma il sorpasso è dovuto più alle retribuzioni che alla discesa dei listini.  E’ il terzo mese consecutivo in cui l’Istat registra una crescita degli stipendi superiore a quella dell’inflazione, ma comunque il rialzo tendenziale delle retribuzioni si mantiene su livelli bassi. Infatti, guardando ai primi sei mesi del 2013, le retribuzioni orarie segnano un aumento pari in media solo all’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Tornando a giugno, c’e’ una differenza forte tra i dipendenti del settore privato (+2,1%) e il pubblico impiego, che registra una crescita zero, risentendo del blocco contrattuale. Nel dettaglio, i comparti che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono l’alimentari (+4,4%), l’agricoltura (+3,1%), i pubblici esercizi e alberghi (+2,9%). Inoltre l’Istituto di statistica fa sapere come tra i contratti monitorati dall’indagine nel mese di giugno risulti recepito un solo accordo (autorimesse e autonoleggio). Intanto l’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 25,2 mesi, quindi superiore ai due anni. Il mattone, invece, è sempre più in crisi. I dati dell’Istat per la seconda parte del 2012 segnano un crollo dei permessi per costruire nell’edilizia residenziale, con tonfi su base annua pari al 28,3% sulle nuove abitazioni e al 26,4% per la superficie utile abitabile. In negativo risultano anche le autorizzazioni per l’edilizia non residenziale, anche se la caduta è meno accentuata (-17,9%).

In particolare, spiega l’Istat, il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta ”in forte calo, presentando, nel terzo trimestre, una variazione tendenziale del -26,7% e nel quarto del -29,8%”. Tanto che tra luglio e settembre del 2012 il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali ha raggiunto uno dei valori più bassi degli ultimi anni (18.675 unità), mentre gli ultimi tre mesi dell’anno indicano una, seppure lieve, ripresa (20.385 abitazioni).

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