Trentamila imprese balneari italiane con il fiato sospeso, in attesa della decisione della Corte di Giustizia europea, chiamata a stabilire, nei prossimi giorni, se le concessioni demaniali marittime debbano o meno essere assoggettate alla direttiva “Servizi” dell’Unione europea, meglio conosciuta come “direttiva Bolkestein”. In Lussemburgo, sede dell’Alta Corte, il via al dibattimento è previsto per giovedì 3 dicembre: “L’organismo – spiega il responsabile nazionale di Cna Balneatori, Cristiano Tomei– sarà chiamato a decidere su tre quesiti, di carattere pregiudiziale, posti dai Tribunali amministrativi regionali di Lombardia e Sardegna: oltre a quello sul rapporto tra Direttiva servizi e concessioni, anche quelli riguardanti la natura o meno di “beni rari” delle stesse concessioni demaniali e la proroga della durata delle concessioni demaniali. Ovvero, se costituiscano una restrizione alla “libertà di stabilimento”.
Cna Balneatori sarà presente nel dibattimento con i propri legali. Lo farà per sostenere che non vi è inerenza della direttiva “Servizi” con le concessioni demaniali marittime, da considerare beni; che proprio tali beni non vanno considerati come “limitati”; che la proroga al 2020 non costituisce lesione della “libertà di stabilimento”.
“Andiamo a questo decisivo confronto – afferma Tomei – con ottimi motivi per ritenere che alla fine la spunteremo. La nostra linea vuole uscire da una sorta di referendum sulla semplice proroga, per investire invece la sostanza del problema: ovvero, la natura giuridica stessa delle concessioni. Concessioni che, per poter favorire investimenti da parte delle imprese, hanno bisogno di certezze per quel che concerne la loro durata, che non va più limitata”.