Dal 2016, le detrazioni fiscali del 65 per cento per la riqualificazione energetica degli edifici potrebbero sparire. In assenza di nuovi provvedimenti, infatti, se ne potrà usufruire solo fino al prossimo 31 dicembre. Un rischio che le imprese non vogliono correre, perché, in questi anni di crisi, l’ecobonus ha portato almeno un po’ di ossigeno nel mercato delle costruzioni e dintorni. Ed è partita l’iniziativa della CNA, che chiede di rendere stabili le detrazioni. Una misura, questa, sollecitata adesso anche da 16 senatori del Pd con una mozione, primo firmatario Salvatore Tomaselli.
“Preoccupa non poco gli operatori del settore, il silenzio del governo su questo tema a pochi mesi dalla scadenza delle agevolazioni. Salutiamo pertanto con grande favore tutte le iniziative parlamentari che tendono a dare stabilità a un provvedimento che ha avuto evidenti riflessi positivi in termini di creazione di ricchezza e di posti di lavoro”, è il commento di CNA Installazione Impianti. Secondo l’Associazione, sarà altresì importante intervenire per riportare dall’attuale 8 al 4 per cento la ritenuta che banche e Poste Italiane applicano sui bonifici di pagamento degli interventi incentivati di ristrutturazione edile e di efficientamento energetico degli edifici.
I parlamentari del Pd invitano, ancora, a mantenere l’attuale parametro normativo, che prevede una differenza di 15 punti percentuali fra l’ecobonus e l’agevolazione riconosciuta per gli ordinari interventi di ristrutturazione edilizia, e a considerare la possibilità di rimodulare i tempi di erogazione dell’incentivo, che potrebbero non essere fissi (ora 10 anni), ma crescenti con l’ammontare della spesa, al fine di rendere conveniente la detrazione fiscale anche per micro-interventi.
Si propone, infine, di includere nell’elenco degli interventi per i quali è possibile godere dell’agevolazione fiscale, la riqualificazione energetica del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e di edifici di proprietà di onlus, nonché di edifici interi, il consolidamento antisismico degli edifici ricadenti in aree a rischio sismico e dei beni immobili strumentali, comprese le strutture alberghiere e ricettive in generale.