Un’impresa su quattro è rosa. Nella Tuscia viterbese l’universo femminile rappresenta il 26,74%, secondo l’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, sulla base dei dati del primo trimestre 2015. “Numeri che confermano il contributo essenziale per l’economia di questo territorio”, dice Maria Luisa Appetito, vice presidente nazionale CNA Impresa Donna, rappresentante CNA nel Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio, oltre che imprenditrice viterbese.
Secondo l’osservatorio, sulle 105 province, nei primi tre mesi dell’anno quella di Viterbo si piazza all’11° posto su scala nazionale per il tasso di femminilizzazione delle imprese. Il suo 26,74% corrisponde a 9.987 aziende rosa sul totale di 37.346 (lo scorso anno erano 9.949, il 26,73%). Vince Benevento con il 30,31%, nel Lazio meglio della Tuscia solo Frosinone con il 28,19%. La media italiana è del 21,55%, quella del Lazio del 21,72%.
Guardando invece esclusivamente all’artigianato, su 7.753 imprese, quelle femminili sono 1.121, pari al 14,46%. La media nazionale in questo caso è leggermente superiore: il 15,72%.
“I dati sulla Tuscia – spiega Appetito – confermano il contributo essenziale che le imprese femminili forniscono all’economia di questo territorio. Le donne, insomma, si dimostrano intraprendenti. E il loro contributo potrebbe crescere”. Per quanto riguarda l’artigianato, non si raggiungono le stesse percentuali, “ma la presenza resta molto significativa e determinante, soprattutto per quanto riguarda i servizi alla persona. Il contributo delle donne è fondamentale anche sei settori artistici, nel tessile e nell’abbigliamento, laddove si esprimono la creatività e lo stile di vita made in Italy”. Questa presenza è in grado di dare ancora molto e più di ora, “quindi da coltivare e valorizzare”. La CNA ci crede: adesso ce l’ha scritto nel proprio Dna. “Prevediamo infatti una presenza significativa di imprenditrici nei nostri organismi nazionali. Siamo la prima associazione di impresa – conclude Appetito – che ha inserito questo principio nel proprio statuto, modificandolo”.