Grande delusione di CNA Professioni per l’andamento della Legge di stabilità. Nessuna delle istanze mosse dal mondo professionale autonomo è stata recepita dal governo, che è rimasto fermo sulle proprie posizioni, nonostante in un primo momento avesse fatto intendere di voler aprire ai cambiamenti proposti.
Ricordiamo che CNA Professioni, in varie occasioni, e all’interno del documento di Rete Imprese Italia, presentato alla Camera dei deputati nell’audizione sulla Legge di Stabilità del 4 novembre u.s. aveva chiesto che il nuovo regime forfetario contenuto nel DDL di stabilità fosse cambiato poiché il valore soglia dei ricavi/compensi fissato a 15 mila euro è considerato troppo basso. Mentre, in merito alla gestione separata INPS, per i professionisti ad essa iscritti, si chiede da tempo e fortemente il “blocco” dell’aliquota.
Purtroppo alle parole non sono seguiti i fatti.
1) la legge di stabilità nella versione approvata al Senato non ha bloccato l’aumento dei contributi alla gestione separata dell’Inps e ha dato via agli aumenti decisi proprio dal governo Monti. Dal 1 gennaio 2015 si passerà dal 27,72 al 29,72 e poi un punto l’anno fino al 33,72%.
2) la legge di stabilità modifica il vecchio regimi dei minimi, adottato sotto la gestione Tremonti, che aveva scelto un forfettone semplificato a 30 mila euro con prelievo del 5%. Ora i minimi sono stati cambiati: l’asticella è stata abbassata per “le attività professionali,scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari e assicurativi” a 15 mila euro con una tassazione del 15% (ma applicato al 78% del fatturato, perché si presume un’incidenza dei costi del 22%). Vengono esclusi dal forfait al 15% coloro il cui reddito supera i 20mila euro. Nella sostanza una mini-stangata che contrasta con lo slogan governativo dell’abbassamento della pressione fiscale.
Le partite IVA in gestione separata saranno fortemente penalizzate.