“Una sberla alle piccole imprese dell’edilizia”. E che sberla. Non usa giri di parole, il presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino, nel commentare la decisione di portare dal 4 all’8 per cento la ritenuta applicata sui bonifici bancari collegati agli interventi di ristrutturazione e di miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni e degli immobili delle imprese che danno diritto alle detrazioni fiscali.
L’effetto di questa operazione è presto detto: si determina, a danno delle aziende, una sottrazione di liquidità che lo stesso governo stima in 920 milioni di euro.
La CNA contesta duramente la scelta: “La banca dati degli studi di settore è cristallina. Su 100 euro di ricavi, il reddito per l’impresa è intorno ai 10 euro. Mettiamola in chiaro: significa che qualcuno si è messo in testa di chiedere alle imprese di anticipare l’80 per cento del reddito. Forse si vuole una creazione forzosa di credito d’imposta talmente elevata da renderne difficile e costoso il recupero?”.
E non si può certo raccontare, secondo l’Associazione, che l’aumento della ritenuta servirebbe a combattere l’evasione, perché è sufficiente una ritenuta dello 0,1 per cento per comunicare all’Agenzia delle Entrate il pagamento effettuato all’impresa.
Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, parla di “un’altra doccia fredda per le piccole e medie imprese dell’edilizia. A questa, si aggiunge la mancata trasformazione delle detrazioni Irpef per le ristrutturazioni e l’efficienza energetica, confermate per il 2015, in una norma stabile. Ci aspettavamo, infatti, che il governo rendesse strutturale un provvedimento che ha dimostrato di stimolare gli investimenti e di contribuire all’incremento di occupazione. Invece, gli incentivi del 65 e del 50 per cento sono stati solamente prorogati di un anno. In tal modo -osserva Melaragni- non si riesce a dare una prospettiva di lungo periodo al settore”.
I dati evidenziano, in effetti, il successo degli incentivi. Le pratiche inviate all’Enea nel 2013 per usufruire delle detrazioni fiscali del 65 per cento per la riqualificazione energetica degli edifici sono state più di 355.000, con un aumento di circa il 35 per cento rispetto al 2012. Gli investimenti da parte dei privati sono quantificabili in 28 miliardi di euro (4,8 miliardi di Iva); 226mila i nuovi posti di lavoro.
Il Cresme, il principale Centro studi italiano per il settore delle costruzioni, afferma che è cresciuta considerevolmente la quota dei lavori incentivati (quindi necessariamente regolari) rispetto al totale del mercato della riqualificazione edilizia: nel 2013 si è arrivati al 60,7 del totale del totale, cioè 27,3 miliardi incentivati su un totale di 45 miliardi. Nel 2012 questa quota era pari al 43,2 per cento (19,2 miliardi su 44,1) e nel 2011 al 39,1 (17,7 miliardi su 45,3).
Questo boom è dovuto in gran parte, appunto, alla detrazione del 50 per cento per le ristrutturazioni e all’innalzamento (nel giugno 2013) delle agevolazioni per il risparmio energetico al 65 per cento.
Sul fronte dell’occupazione, il Cresme ha stimato in 226.339 gli occupati diretti creati grazie agli incentivi nel 2013, contro i 157.949 del 2012, e in 339.508 unità la somma degli occupati diretti e dell’indotto (erano 238.508 nel 2012).