“I maker, i giovani artigiani digitali, sono sicuramente la benzina per i motori delle nostre piccole imprese e per il Made in Italy. Sono persone che ti travolgono per intelligenza e creatività. Ma abbiamo bisogno di scaricare a terra queste bellissime idee, questa energia. La Cna ha l’ambizione, chiara, di fare da ponte tra la grandissima cultura e la tradizione italiana dell’artigianato e del “saper fare” e l’innovazione che i maker riescono, quasi in modo naturale, a esprimere”. Lo afferma Daniele Vaccarino, presidente nazionale della Cna, a margine della “Maker Faire”, il grande evento dedicato all’innovazione, che da due anni si svolge a Roma. Una iniziativa con la quale la Confederazione ha deciso di “contaminarsi”: al suo interno i Giovani della Cna hanno organizzato la quinta edizione di Cna Next, quest’anno intitolata “Innofare”.
“Uno dei maggiori problemi del sistema imprenditoriale italiano – spiega Vaccarino – è la creatività che fatica a imporsi. Gli artigiani e gli imprenditori, soffocati da fisco, burocrazia e credito insufficiente, non riescono a sprigionare in pieno le loro capacità. Che fare? Dobbiamo investire soprattutto su due asset: il digitale e il design. Il digitale per migliorare i processi produttivi e ampliare la rete di vendita. Il design per cambiare punto di vista, per pensare prodotti adatti ai mercati globali”.
“I maker, in tantissimi casi, utilizzano entrambe queste leve – sottolinea il presidente della Cna – ma spesso si muovono nel solco del tipico individualismo italiano, che molte volte è sinonimo di grande creatività, ma impedisce di capitalizzarla al meglio”.
“Il futuro vincente – conclude Vaccarino – sarà un artigiano “ibrido”, che coglie valori e capacità del passato, mixandoli con nuove tecnologie e nuove forme di creatività. Se riusciamo a fondere il Made in Italy con il digitale e con un design moderno, difficilmente avremo avversari nel mondo”.