Con la Legge di Bilancio 2025, il Governo ha ridotto di 12 milioni di euro i fondi dell’autotrasporto, destinati a sostenere le imprese di autotrasporto, stanziando per quest’anno 228 milioni rispetto ai 240 milioni assegnati durante gli ultimi anni.
A ben guardare, l’importo complessivo stanziato per il settore, risultante dalle tre principali voci di interesse – Fondo autotrasporto, Ferrobonus, ex Marebonus – non dovrebbe essere cambiato, anzi, gli stanziamenti complessivi per l’anno 2025 sono maggiori di circa 6 milioni.
Più che per l’aspetto economico, a preoccupare è quindi l’assenza di concertazione, soprattutto in considerazione della più che dimostrata disponibilità al dialogo che le associazioni di categoria del settore hanno sempre evidenziato. Tanto più che questa riduzione contribuisce a rendere ancora più difficile la competitività delle imprese italiane, oberate da costi di gestione sempre più alti.
Inoltre, rischia di penalizzare il trasporto tutto-strada; la riduzione evidenzia la mancanza di attenzione per lo stato del parco veicolare italiano e per le enormi difficoltà della maggior parte delle imprese a rinnovare i propri veicoli.
I 56 milioni, che si rinvengono al capitolo di spesa 1338, destinati al sostegno dell’autotrasporto al fine di mitigare gli effetti economici derivanti dagli aumenti dei prezzi dei carburanti, potrebbero, forse, compensare gli effetti della perdita, se fossero riconducibili a un credito di imposta da riconoscere alle imprese di autotrasporto di merci per conto di terzi.
Non aiutano neppure i 252.711.954 euro stanziati sempre con la Legge di Bilancio 2025 e destinati al completamento della rete nazionale degli interporti, con particolare riferimento a quelli del Sud, perché non servono a risolvere tutti i problemi di queste aree e in particolare delle imprese sarde e siciliane, alle prese tra l’altro dagli altissimi costi per noli marittimi e ETS Surchage.
Patrizio Ricci – Presidente nazionale CNA Fita