Tesseramento, adesione di pensionati, pratiche evase: tutte le voci più importanti risultano in crescita. E il settore della formazione professionale procede percorrendo tutte le strade disponibili e necessarie per le imprese e i lavoratori. L’assemblea ha approvato il bilancio consuntivo della Cna di Viterbo e Civitavecchia. “Siamo molto soddisfatti, i risultati sono frutto dell’impegno di tutti i nostri uffici”, è il commento del segretario Attilio Lupidi.
Il via libera al documento è arrivato nella sede di Cna Sostenibile. A illustrarne i dettagli è stato Emiliano Brizi, responsabile dell’area Fiscale e tributaria, mentre per quanto riguarda la formazione le attività sono state esposte da Chiara Ciprianetti ed Ernesto Allegrini di Cna Sostenibile. Il tutto alla presenza di Nicola Tosi, direttore Organizzazione e finanza della Cna nazionale.
Dati in crescita, si diceva. “L’andamento della gestione economica 2023 – dice Lupidi – è stato molto positivo. L’aumento del numero di imprese e di pensionati che hanno scelto di affidarsi a noi significa che c’è fiducia in quello che facciamo e in come lo facciamo. Ma non solo: se guardiamo all’incremento delle pratiche, registriamo lo stesso riscontro nei servizi ai cittadini. Questo ci spinge a impegnarci ancora di più per il futuro”.
Dopo l’approvazione del consuntivo, Tosi ha speso parole di elogio. “Complimenti, è un bel bilancio. È un piacere conoscere la vostra realtà: si percepisce l’amore per la Cna. Ho visto la bellissima esperienza di Lazio Artigiana, avete pensato a tutto e mettete in vetrina il valore del lavoro artigiano. Valorizzarlo al massimo, è il contributo che questo territorio sta dando a livello nazionale. Sono andato inoltre a vedere il rating dell’Associazione di Viterbo e Civitavecchia: è il massimo rating di sistema. Vuol dire che state lavorando bene, che siete una bella squadra. Vuol dire che siete un esempio”.
La chiusura è stata affidata al presidente Alessio Gismondi: “Abbiamo il dovere di ringraziare tutto il personale, che lavora nel modo giusto. Ma nelle imprese artigiane mancano i ragazzi: serve maggior impegno sui modelli sociali, altrimenti perdiamo una delle nostre caratteristiche più importanti. Non brilliamo per la produzione di energia, che qui costa più che altrove: il made in Italy è famoso per il nostro saper fare. Dobbiamo quindi riuscire a essere affascinanti, bisogna saperci raccontare, anche con competenza, anche nelle scuole. Perché fare l’artigiano è un bel lavoro”.