“Vorrei elogiare il vostro lavoro anche perché abbellisce il mondo”. Così papa Francesco incontrando in Vaticano una folta delegazione della CNA guidata dal Presidente Dario Costantini e dal Segretario Generale Otello Gregorini che hanno donato al Pontefice un calice creato da un artigiano e un dipinto realizzato da una dipendente della CNA a nome di tutti i dipendenti della Confederazione.”In un tempo dominato da guerre e da violenze, che sembrano farci perdere la fiducia nelle capacità dell’essere umano, lo sguardo alle vostre attività ci consola e ci dà speranza. Abbellire il mondo è costruire pace”, ha sottolineato il Pontefice, aggiungendo: “Mi ha detto un economista che gli investimenti che danno più reddito oggi, in Italia, sono le fabbriche delle armi. Questo non abbellisce il mondo, è brutto. Se tu vuoi guadagnare di più devi investire per uccidere. Pensiamo a questo. Non dimenticate – lo ripeto -: abbellire il mondo è costruire pace”.
L’Enciclica Fratelli tutti, ha proseguito, “ha definito i costruttori di pace come artigiani capaci di avviare processi di ripresa e di incontro con ingegno e audacia. Lo stesso ingegno e la stessa audacia che voi usate per realizzare le tante opere destinate ad arricchire il mondo“.
Secondo papa Bergoglio, “Dio chiama tutti gli uomini e le donne a lavorare in modo artigianale al suo grande progetto di pace. Per questo Egli distribuisce in abbondanza i suoi talenti, perché siano messi al servizio della vita e non sotterrati nella sterilità della morte e della distruzione, come fanno le guerre, fomentate dal nemico di Dio”.
Francesco ha detto anche che l’artigianato gli è “molto caro perché esprime bene il valore del lavoro umano”. “Quando creiamo con le nostre mani, nello stesso tempo attiviamo la testa e i piedi – ha osservato – il fare è sempre frutto di un pensiero e di un movimento verso gli altri”. Inoltre, “l’artigianato è un elogio alla creatività; infatti, l’artigiano deve saper scorgere nella materia inerte una forma particolare che altri non sanno riconoscere”. E questo “vi rende collaboratori dell’opera creatrice di Dio. Abbiamo bisogno del vostro talento per ridare senso all’attività umana e per metterla al servizio di progetti di promozione del bene comune”.
Per il Papa, “se nella vita si vuole crescere occorre abbandonare la paura e avere fiducia”. “A volte, specialmente quando aumentano le difficoltà, siamo tentati di pensare che il Signore sia un arbitro o un controllore implacabile più che Colui che ci incoraggia a prendere in mano la vita”, ha evidenziato: “Ma il Vangelo ci chiama sempre ad avere uno sguardo di fede; a non pensare che ciò che realizziamo sia frutto solo delle nostre capacità o dei nostri meriti”. “Anche voi – ha concluso -, se vi appassionate al vostro lavoro, e se qualche volta giustamente vi lamentate perché non è adeguatamente riconosciuto, è perché siete consapevoli del valore di ciò che Dio ha posto nelle vostre mani, non solo per voi ma per tutti“.