Mantenere l’equilibrio tra rigore e crescita economica. Lo hanno chiesto i rappresentanti di CNA e delle altre associazioni, intervenute oggi in audizione sul Piano Strutturale di Bilancio davanti alle Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera.
Secondo le Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi è cruciale che la manovra finanziaria per il 2025 mantenga un focus sullo sviluppo, garantendo scelte che non compromettano il percorso di rilancio delle imprese e del Paese. Il contesto economico, segnato da costi energetici elevati e incertezze geopolitiche, richiede un approccio responsabile, senza tornare a politiche di austerity che hanno storicamente deluso le aspettative degli imprenditori.
Sollecitano un impegno concreto per sostenere la competitività dell’artigianato e le piccole imprese, valorizzando sia le produzioni tradizionali che le attività innovative e creando un contesto favorevole con la riduzione della pressione fiscale e del costo del lavoro, la semplificazione della Pa, misure per facilitare l’accesso al credito, politiche formative adeguate al fabbisogno di competenze delle imprese, un sistema di incentivi realmente accessibile, la piena attuazione del Pnrr.
In particolare, sul fronte delle politiche fiscali, le Confederazioni segnalano la necessità di completare la riforma fiscale per ridurre il carico tributario sulle imprese, rendere stabili per i prossimi tre anni gli incentivi per interventi edilizi e di riqualificazione energetica anche in vista dell’entrata in vigore della direttiva Case green, estendere l’abolizione dell’IRAP alle società di persone.
Per quanto riguarda le politiche del lavoro, oltre a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, considerano prioritario investire sulle competenze potenziando l’apprendistato professionalizzante, con la decontribuzione totale per i primi tre anni di contratto applicato dalle imprese artigiane e dalle imprese fino a 9 dipendenti, e favorendo l’alternanza scuola-lavoro.
Oltre a misure dedicate ai settori della moda e dell’automotive, che stanno soffrendo più di altri le difficoltà di questa fase economica, vengono sollecitati il perfezionamento della riforma del Fondo Centrale di Garanzia e una nuova legge sui Consorzi Fidi per migliorare le condizioni di accesso al credito da parte delle micro e piccole imprese. Così come viene richiesta la semplificazione del sistema degli incentivi per renderli facilmente fruibili dai piccoli imprenditori.