Le imprese artigiane apprezzano complessivamente il decreto legislativo per la revisione del sistema sanzionatorio tributario che interviene in modo significativo per ridurne l’eccessiva onerosità e, introducendo il principio di proporzionalità, allinea il sistema italiano agli standard degli altri Paesi dell’Unione Europea. È quanto hanno evidenziato CNA e Confartigianato davanti alle Commissioni Giustizia e Finanze del Senato nell’ambito delle audizioni sul decreto per la revisione del sistema sanzionatorio.
Il provvedimento opera una differenziazione delle sanzioni in ragione della gravità delle violazioni commesse. “È pienamente condivisibile – si legge nel documento illustrato dalle due organizzazioni – l’obiettivo di rendere le sanzioni amministrative più ragionevoli rispetto al passato nei confronti di coloro che, in buona fede, incorrono in situazioni (insolvenze, errori e/o omissioni) a causa di un sistema fiscale complesso e farraginoso (una vera e propria Torre di Babele)”.
CNA e Confartigianato rilevano che è stata eliminata la possibilità per gli uffici dell’Amministrazione finanziaria di applicare la sanzione base da un minimo a un massimo, mentre tale possibilità resta per le sanzioni in misura fissa. Giudizio positivo sulla rimodulazione delle sanzioni per indebita compensazione di crediti non spettanti che viene ridotta dal 30% al 25% mentre quella per i crediti inesistenti viene fissata in misura pari al 70% e non più dal 100% al 200%. Inoltre la riduzione delle sanzioni amministrative renderà più vantaggioso anche il ricorso al ravvedimento operoso. Tuttavia, le nuove sanzioni riguarderanno le violazioni commesse dal prossimo 30 aprile 2024, derogando al principio di retroattività della legge più favorevole.
Giudizio negativo invece sull’inasprimento delle sanzioni accessorie per coloro che non aderiranno al concordato in quanto non trova riscontro in una potenziale maggiore pericolosità fiscale per tali soggetti sui quali continueranno le ordinarie attività di verifica e controllo.