CNA chiede al Governo di adottare con la massima urgenza un apposito decreto-legge per rinviare l’entrata a regime delle nuove regole in tema di payback sanitario. È necessario disporre l’immediato posticipo – almeno fino a fine anno – del termine in scadenza a fine ottobre, sanando di fatto la posizione delle imprese che intendono aderire al meccanismo conciliativo previsto per legge. Servono garanzie e certezze per tutelare le imprese fornitrici di dispositivi medico-sanitari che hanno ricevuto un provvedimento regionale o provinciale di ripiano del superamento del tetto di spesa pubblica. Non possiamo attendere la conversione del “DL Proroghe” poiché i tempi di approvazione risultano ancora lunghi e non consentono di intervenire con tempestività tramite l’accoglimento dell’emendamento di proroga suggerito da CNA e presentato da tutte le forze parlamentari.
Nel merito, il rinvio dell’efficacia dell’obbligo di pagamento degli importi dovuti a titolo di payback è giustificato dal fatto che le imprese che beneficerebbero della proroga non hanno impugnato i provvedimenti amministrativi di ripiano o hanno rinunciato a farlo. A tali imprese, vale la pena ricordarlo, è stato richiesto di restituire parte del loro corrispettivo a posteriori, nonostante contratti giuridicamente definiti dall’aggiudicazione di una gara ad evidenza pubblica per i quali viene di regola fissato dal committente una base d’asta, ossia un tetto di spesa preventivato. Non solo, il rinvio si rende ulteriormente necessario per venire incontro alle esigenze di liquidità esibite da imprese artigiane e di piccole dimensioni fornitrici del Servizio Sanitario Nazionale. A queste si è per legge imposto di compartecipare agli sforamenti dei bilanci pubblici di enti territoriali autonomi sebbene non sia in alcun modo possibile addebitare loro colpe per gestioni inefficienti delle risorse pubbliche in materia di salute.