Le nostre imprese non giocano in difesa e hanno la determinazione e la volontà di andare avanti nonostante le cicatrici di 15 anni di crisi che non hanno determinato ma che hanno subito. Ma devono essere messe nelle condizioni di investire, di programmare il futuro, hanno bisogno di un ambiente che non sia ostile. Il Presidente Nazionale di CNA, Dario Costantini, dal palco del convegno organizzato da CNA Sardegna, affronta i temi di grande attualità che richiedono risposte adeguate e che si chiamano energia, fisco, appalti, formazione.
“E’ tempo che la politica inizi seriamente a ragionare che le scelte e le strategie per far crescere il Paese devono essere realizzate sulle nostre imprese che rappresentano il 98% del tessuto produttivo” ha sottolineato Costantini. “Facciamo gli imprenditori in un Paese dove c’è ancora qualcuno che considera la piccola impresa un ostacolo allo sviluppo e invece è l’esatto contrario”.
Il Presidente CNA ha rilanciato la proposta della Confederazione sull’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili sfruttando l’enorme potenziale delle micro e piccole imprese. “E’ un progetto importante per le imprese e per l’Italia – ha detto – finanziabile attraverso la revisione del Pnrr. In tre anni possiamo coinvolgere 200mila imprese. Attraverso il credito d’imposta del 50% sull’investimento effettuato acceleriamo sulla transizione, non consumiamo suolo e soprattutto tagliamo il costo delle bollette del 60%”. Con 2,5 miliardi di euro di risorse pubbliche “possiamo ottenere risultati importanti – ha detto Costantini – per fronteggiare il caro-energia lo Stato ha erogato 70 miliardi di euro ma le bollette delle nostre imprese continuano a essere il 35% più alte della media europea”.
La crisi energetica che si è acuita con la guerra in Ucraina “richiede strategie e programmazione. Dopo la fine del nucleare, 33 anni fa, è tempo di tornare a programmare sull’energia”.
Costantini ha evidenziato l’esigenza di stabilità e certezza delle misure per le imprese. “Dobbiamo misurarci con 1.982 incentivi tra nazionali e degli enti locali e soltanto 18 hanno le caratteristiche di risorse adeguate e stabilità nel tempo”.
Incentivi, investimenti del Pnrr chiamano in causa anche il nuovo codice degli appalti. “Il nuovo codice è uscito da Palazzo Chigi con modifiche importanti rispetto a come era entrato, grazie al nostro pressing. Ricordo soltanto il riconoscimento dei consorzi artigiani. Ma chiediamo che il nuovo quadro di regole consenta di affermare i pilastri della riforma: digitalizzazione, semplificazione più concorrenza. Non c’è concorrenza se le piccole imprese si aggiudicano soltanto il 5% del valore del mercato degli appalti pubblici che vale 200 miliardi l’anno.
Costantini ha poi toccato il tema della carenza di personale e della formazione. “Ogni anno si diplomano 20mila tecnici contro il mezzo milione in Germania – ha detto – tra 50 anni saremo 12-14 milioni di residenti in meno e non saranno più sostenibili la scuola e la sanita pubbliche”. Per affrontare l’emergenza dell’inverno demografico, “l’anno scorso abbiamo firmato il Patto di Taormina con le associazioni dei paesi sul Mediterraneo. Siamo determinati a creare enti di formazione nei paesi del Nord Africa per il bene delle nostre imprese e per il bene dell’Italia”.