Ammodernamento dei frantoi oleari, disponibili 100 milioni di euro. Si tratta di una sottomisura del decreto 53263, con il riparto in favore delle Regioni e Province autonome di 500 milioni di euro dal Pnrr per l’innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare. Il decreto disciplina anche le modalità di emanazione dei bandi regionali per la sottomisura che riguarda i frantoi
Così la ripartizione dei fondi: Puglia 27.4 milioni, Calabria 16.5, Sicilia 12.6, Toscana 8.3, Campania 6.4, Lazio 5.8, Abruzzo 5.1, Umbria 3.7, Sardegna 2.8, Marche 2.4, Basilicata 2.3. Liguria 2.1, Molise 1.6. Sotto il milione di euro Veneto (915 mila), Emilia-Romagna (657 mila), Lombardia (428 mila), Friuli-Venezia Giulia (176 mila) e Provincia di Trento (112 mila). Non sono previsti fondi per Piemonte e Valle d’Aosta.
Il sostegno pubblico è concesso nella forma di contributo in conto capitale. L’aliquota di contributo applicabile, che sarà definita dalle Regioni e dalla Provincia autonoma di Trento, non potrà superare il 50% dell’importo dei costi di investimento ammissibili nelle Regioni meno sviluppate e il 40 % nelle altre Regioni. Sarà possibile l’erogazione di una anticipazione finanziaria pari al 30% della spesa ammissibile, sulla base di apposita richiesta del beneficiario corredata da idonea garanzia fidejussoria.
I progetti riguardano esclusivamente investimenti finalizzati alla sostituzione e all’ammodernamento degli impianti più obsoleti dei frantoi oleari con l’introduzione di impianti di molitura ed estrazione a “2 o 3 fasi”.
Il presidente di Aifo – Associazione italiana frantoiani oleari – Elia Pellegrino mette in guardia dalle problematiche legate all’ottenimento dell’Autorizzazione Unica Ambientale (Aua) come elemento obbligatorio in sede di presentazione della domanda di contributo. “Questo presupposto – spiega Pellegrino – comporterebbe inevitabili disagi, vista la lentezza burocratica, misurata in mesi, con cui le varie Asl competenti rilasciano tale Autorizzazione, fatto questo che farebbe perdere di valenza il decreto stesso, perché si supererebbero i termini previsti proprio per la presentazione della relativa domanda. Esortiamo pertanto le Regioni ad una opportuna valutazione proprio su tale argomentazioni e diciamo fin d’ora che solo con una forte concertazione con le associazioni di categoria si potrà, se non proprio risolvere, quantomeno appianare questo problema.Alle stesse Regioni chiediamo anche celerità nel pubblicare entro i tempi previsti (30 marzo, ndr) i relativi bandi.