“Artigiani e piccole imprese sono al servizio dell’Italia. Come sempre. Perché è l’imprenditoria diffusa, con le sue robuste radici nelle comunità locali, ad avere finora garantito la tenuta economica e sociale. Siamo a disposizione per un progetto a lungo termine, con lo sguardo rivolto verso l’Europa: per affrontare le complesse sfide di questa fase e orientare le nostre scelte, abbiamo bisogno soprattutto di avere chiara la direzione, la prospettiva, che non può che essere condivisa a livello europeo su temi strategici comuni”. Così Alessio Gismondi, presidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia e componente della direzione nazionale della Confederazione, sull’assemblea annuale di CNA che si è tenuta questo fine settimana a Taormina.
“Artigiani e piccole imprese. Le radici del nuovo”, è l’efficace claim scelto per l’appuntamento, al quale la CNA di Viterbo e Civitavecchia ha partecipato con una delegazione guidata da Gismondi e composta da Tiziana Barili e Patrizia Rocchetti, vicepresidenti, e Luca Fanelli, della direzione operativa.
“Dare valore alle radici e fare sistema a livello europeo”: è il senso degli interventi di Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, Christa Schweng e Petri Salminem, presidenti, rispettivamente, del Comitato economico e sociale europeo (Cese) e di Sme United.
“Il dialogo e l’attivazione di misure sinergiche tra i diversi attori pubblici e privati sono essenziali per la ripresa del sistema Paese”: lo ha affermato, nel suo messaggio, il presidente della Repubblica, Sergio Matterella. E il presidente della CNA, Dario Costantini, ha insistito sulla proposta -presentata all’attenzione di tutti i partiti candidati a governare il Paese – di un nuovo patto sociale “che conti sui soggetti più rappresentativi a livello nazionale, che sanno integrare gli interessi particolari negli obiettivi generali, per concertare le soluzioni di tenuta e di rilancio dello sviluppo dell’Italia”.
La guerra, i cambiamenti climatici, la crisi energetica e il caro-materie prime che stanno mettendo a rischio importanti filiere produttive: il presente – dice la CNA – richiede soluzioni lungimiranti.
Sono stati ricordati tutti i temi del Manifesto della CNA: transizione ecologica e incentivazione delle energie rinnovabili; semplificazione; politica industriale; export, made in Italy e turismo; fisco; concorrenza; infrastrutture; legalità; welfare e pensioni; lavoro. Tra le priorità, la ricostruzione del sistema della formazione, per sostenere la crescita delle imprese, che hanno difficoltà a trovare le competenze necessarie, e per offrire occupazione qualificata alle donne e alle giovani generazioni.