Sono circa 560mila le opportunità di lavoro offerte dalle imprese a giugno, soprattutto nel commercio, turismo e servizi alle persone, che insieme concentrano oltre 300mila richieste. Positivo l’andamento congiunturale di tutti i settori economici dell’industria e dei servizi (+25,9% rispetto a maggio), mentre rispetto a un anno fa manifatturiero e costruzioni evidenziano livelli di assunzioni inferiori (entrambi – 19,7%), con un picco per le industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi ed estrattive (-37,1%). In crescita la difficoltà di reperimento che si attesta a 39,2%, circa 9 punti in più rispetto a giugno 2021. A delineare questo scenario è il bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di giugno.
Cosa succede nel Lazio? Questo mese sono previsti 49.070 lavoratori in entrata: il 24,6 % saranno dirigenti, professioni specializzate e tecnici, il 39,8 impiegati, professioni commerciali e nei servizi, 19,9 operai specializzati, conduttori di impianti e macchine e il 15,8 professioni non qualificate. Di questi 49.079 la maggior parte saranno ovviamente nella Capitale, ovvero 37.320,oiu 6.410 a Latina, 2.730 a Frosinone, 1.860 a Viterbo e 760 a Rieti.
Cosa si cerca nella Tuscia? Dei 1.860 lavoratori in entrata oltre la metà, cioè il 53,2% saranno impiegati, professioni commerciali e nei servizi, il 21,5 operai specializzati, conduttori di impianti e macchine, il 13,2 professioni non qualificate e il 12,1 dirigenti, professioni specializzate e tecnici. In altre parole, l’83,2% sarà nei servizi e il restante 16,4 nell’industria. Per ogni 100 lavoratori dipendenti, qui il tasso di entrata sarà del 4,8%, a fronte della media regionale del 3,9.
Andando a guardare invece l’andamento delle entrate nel mondo del lavoro tra giugno e agosto, si scopre che nel Lazio saranno 120.650, di cui 93.400 a Roma, 13.720 a Latina, 7.210 a Frosinone, 4.210 a Viterbo e 2.110 a Rieti.
Allargando lo sguardo, l’industria programma a giugno 131mila entrate (32mila assunzioni in più rispetto maggio, ma -32mila rispetto a quanto previsto a giugno 2021) e 328mila nel trimestre giugno-agosto; sono circa 428mila i contratti di lavoro che si intendono attivare nel settore dei servizi (+83mila assunzioni rispetto ad un mese fa) e oltre 1milione quelli previsti per il trimestre giugno-agosto. Si conferma il prevalente ricorso ai contratti a tempo determinato, proposti in oltre il 60% dei casi; i contratti a tempo indeterminato raggiungono il 14,2%, seguono i contratti di somministrazione (9,6%), quelli di apprendistato (5%) e le altre tipologie contrattuali (11%).
A guidare la domanda di lavoro in questo mese sono i principali comparti dei servizi: la filiera turistica ha programmato per l’inizio del periodo estivo 157mila assunzioni (+50,1% su maggio), seguono i servizi alle persone con 74mila assunzioni ed il commercio con 70mila assunzioni (rispettivamente +10,2% e +34,6% rispetto ad un mese fa). Previsioni positive anche per i servizi dei media e della comunicazione e per quelli assicurativi e finanziari
(rispettivamente +77,5% e +51,5%). Per quanto concerne, invece, i settori manifatturieri i flussi di assunzione più elevati sono previsti dalle industrie meccaniche ed elettroniche (21mila entrate), dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (17mila entrate) e dalle industrie alimentari (13mila entrate), con variazioni positive rispetto al mese scorso, ma negative rispetto ai livelli segnalati un anno fa.
Dinamica simile si evidenzia anche per le costruzioni con 46mila assunzioni programmate (+39,3% su maggio, ma -19,7% rispetto a dodici mesi fa). In crescita la quota di assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento, che complessivamente raggiunge il 39%, circa 9 punti percentuali in più rispetto a giugno 2021, con causa prevalente la mancanza di candidati per i profili ricercati. Il mismatch si conferma più elevato tra gli operai specializzati (53,1%), le professioni tecniche (48,3%) e tra i dirigenti e le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (46,9%).
Tra i profili più difficili da reperire si segnalano, come riportato nel Borsino delle professioni, gli specialisti in scienze della vita (il 76,1% è di difficile reperimento), gli specialisti in scienze matematiche, informatiche e scientifiche (55,2%), i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (64,2%), i tecnici informatici, telematici e
delle telecomunicazioni (58,9%), i tecnici della salute (57,1%) e i tecnici in campo ingegneristico (56,0%). Tra gli operai specializzati spiccano i valori di difficoltà di reperimento per fonditori e saldatori (67,0%), fabbri ferrai e costruttori di utensili (63,1%), operai addetti alle rifiniture delle costruzioni (62,9%) e meccanici artigianali,
montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (62,1%).
A livello territoriale si conferma il ranking da nord a sud, con le imprese delle regioni del Nord Est ad incontrare le maggiori difficoltà di reperimento (sono difficili da reperire il 44,5% delle figure ricercate), seguite da quelle del Nord Ovest (41,2%), Centro (37,7%) e Sud e Isole (33,8%).