Sorpresa e profonda delusione tra le imprese della ceramica artistica dopo l’emanazione, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, dei decreti attuativi delle misure previste dall’ultima Legge di bilancio a sostegno del settore. Sfumano, di fatto, gli aiuti attesi da tempo. Non ci sta CNA Ceramisti, che ieri sera ha riunito il proprio comitato esecutivo nazionale, di cui fa parte Daniela Lai in rappresentanza dei ceramisti del Lazio, e che ha annunciato l’invio, al ministro Giancarlo Giorgetti, di una lettera in cui CNA e le altre associazioni dell’artigianato evidenziano le incoerenze e le criticità contenute nei decreti e chiedono “un correttivo nell’allocazione dei Fondi di ristoro o la previsione di ristori anche per le imprese produttrici di ceramica artistica e tradizionale, come chiaramente indicato dal legislatore”.
Cosa c’è che non va nei decreti? Il primo sotto la lente di CNA è quello che prevede ristori per 5 milioni di euro a favore delle imprese della ceramica e del vetro della sola isola di Murano per il pagamento delle bollette dell’energia elettrica e del gas naturale. “Murano – si legge nella lettera – è internazionalmente riconosciuto come unicum mondiale per la produzione del vetro artistico, tuttavia non esprime alcuna specificità nella produzione manifatturiera della ceramica artistica e tradizionale. Così concepito, il decreto esclude in toto il comparto della ceramica che consta di un numero di imprese nettamente superiore e ha livelli di consumo energetico pari a quelli del vetro”.
L’altro decreto riguarda l’erogazione di 5 milioni di euro per la realizzazione di progetti di sviluppo della ceramica artistica e tradizionale e della ceramica di qualità nell’intero territorio nazionale. Non solo i tempi a disposizione sono strettissimi, perché il decreto direttoriale del 13 maggio indica l’invio delle domande dal 1° al 30 giugno, ma si chiede addirittura alle imprese di aver già sostenuto la spesa (nel periodo dal 17 maggio al 30 giugno) per poter accedere al contributo a fondo perduto (fino a 50mila euro).
In questo modo, si escludono dall’accesso alle risorse le botteghe artigiane ovvero le imprese che, con impegno e passione, tengono viva la grande tradizione della ceramica artistica, come si è visto anche nell’ultimo weekend, in occasione di Buongiorno Ceramica. Alle difficoltà determinate dalla pandemia, le piccole imprese hanno visto aggiungersi, negli ultimi mesi, l’aumento insostenibile dei costi energetici. CNA sta lavorando per una iniziativa rivolta ad assicurare concreti interventi per il settore.