Istituire un sistema di incentivazione per i piccoli impianti di autoproduzione di energia elettrica (fino a 200 KW), sfruttando l’enorme potenziale di artigiani e piccole imprese, che oggi non possono contare su alcun incentivo, a differenza dell’utenza residenziale e dei grandi impianti. E’ la proposta presentata da CNA davanti alle Commissioni Finanze e Industria del Senato, nel corso dell’audizione sul decreto legge con il quale si affrontano gli effetti della guerra in Ucraina, primo fra tutti la crisi energetica, acuitasi con il conflitto.
Puntare esclusivamente sulla realizzazione di grandi impianti è una risposta parziale al bisogno di stimolare l’incremento della produzione da fonti rinnovabili. “Al contrario, utilizzare gli importanti numeri della platea di piccole imprese può sicuramente contribuire alla messa in sicurezza energetica del Paese”, è il pensiero di Alessio Gismondi, presidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia, che da tempo insiste sulla necessità di incrementare l’autoproduzione con specifiche misure di incentivazione a favore dell’imprenditoria diffusa.
“Ci auguriamo – dice – che il governo e il Parlamento accolgano la richiesta della CNA di prevedere l’istituzione di un Fondo dedicato al sostegno dell’autoproduzione o un credito d’imposta a fronte dell’investimento per l’installazione di piccoli impianti per l’autoproduzione da fonti rinnovabili, come, per esempio, i pannelli fotovoltaici sui tetti degli opifici”.
Secondo il calcolo di CNA, i circa 140mila piccoli impianti per autoproduzione possono essere triplicati in pochi anni, portando la potenza installata a quasi 20mila MW, che rappresenta l’80% della capacità attuale del fotovoltaico attivo in tutto il Paese.
Sul decreto, CNA considera positivamente l’estensione del credito d’imposta, inizialmente previsto solo per le imprese ad elevato consumo di energia elettrica e gas naturale, e “la volontà di rafforzare il monitoraggio delle dinamiche dei mercati energetici” che scontano fenomeni speculativi. Ma è auspicabile che il governo adotti nuove misure forti, come la fissazione di un tetto al prezzo dell’energia.
Nel corso dell’audizione, sono stati affrontati altri temi di rilevante importanza. Sull’intervento a favore dell’autotrasporto merci, CNA ha invitato il Parlamento a vigilare per la rapida emanazione del decreto per l’erogazione di 500 milioni alle imprese. Ha inoltre evidenziato che tra due settimane termina la riduzione delle accise sui carburanti ed è necessario che il governo preveda una proroga della misura.
Per contrastare fenomeni speculativi, CNA ha auspicato un’azione efficace da parte del Garante sulla trasparenza dei prezzi, al quale le principali associazioni di rappresentanza possono offrire un importante contributo in termini di attività di monitoraggio.
Infine, CNA ha sottolineato la preoccupazione per i riflessi dei rincari dei materiali sugli appalti pubblici. Al riguardo, occorre fare chiarezza tra i vari provvedimenti in vigore e prevedere un ampliamento del paniere dei materiali per i quali è prevista la compensazione, per favorire un tempestivo intervento della pubblica amministrazione nella revisione dei prezzi, da estendere ai contratti in essere.