“Un colloquio cordiale, nel corso del quale abbiamo evidenziato la drammaticità della situazione vissuta dalle imprese dell’autotrasporto merci, sulle quali gli effetti del caro-carburante sono pesantissimi, e abbiamo fatto il punto sulla trattativa con il governo, approdata ieri sera a un protocollo d’intesa che CNA Fita e le altre associazioni di rappresentanza presenti in Unatras valutano positivamente. C’è stato uno scambio di idee su molti temi di rilevante interesse. Il prefetto ci ha dedicato grande attenzione e ha espresso l’impegno a far effettuare controlli sui prezzi del carburante”. Così Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, che questa mattina è stata ricevuta dal prefetto di Viterbo, Giovanni Bruno, insieme con gli imprenditori Alvaro Albanesi, Livio Cevolo e Massimo Giovanale.
Sono stati proprio questi ultimi a raccontare le difficoltà, che non sono certo iniziate nelle ultime settimane, perché, come ha detto Giovanale, titolare di una impresa con sede a Nepi, “il settore è da anni alle prese con problemi di carattere strutturale che lo hanno fortemente indebolito, dalla scarsa competitività con le aziende estere, in particolare dell’Est Europa, i cui costi di gestione sono di gran lunga inferiori ai nostri, al pericolo di infiltrazioni mafiose”.
La fragilità del settore trova riscontro anche nei numeri indicati nella nota che la CNA ha consegnato al prefetto: attualmente sono 416 ed occupano circa 1.100 addetti le imprese della provincia di Viterbo iscritte nel Registro Elettronico Nazionale (REN) delle imprese che esercitano la professione di trasportatore su strada. Dal 2008 ad oggi, il trend di crescita negativo è stato costante. Si sono perse più di 100 unità.
Ma l’esplosione del prezzo del carburante rischia di mettere fuori gioco tante altre aziende. Albanesi, di Montalto di Castro, ha dovuto sospendere l’attività già all’inizio di questa settimana: “Altrimenti avrei lavorato in perdita. Ormai si viaggia sottocosto. E’ un dato di fatto che sull’Aurelia si vedono pochissimi tir. Purtroppo in molti stanno valutando il ricorso alla cassa integrazione per i dipendenti”.
Non si è fermato Cevolo, di Montefiascone, che però alla fine del mese dovrà tirare le somme: “Ogni giorno i nostri camion consumano 5.000 litri di gasolio e l’incremento del costo di gestione è pari, ai prezzi attuali, a 2.500 euro. Impossibile andare avanti”.
E certo gli autotrasportatori – è stato sottolineato – non possono trasferire i maggiori costi sulla committenza, che a sua volta affronta una serie di criticità, a partire dal caro-materie prime.
Preoccupazione è stata espressa per la speculazione sui prezzi, che – hanno ribadito i rappresentanti della CNA – deve essere fermata.
Dopo aver ricordato le proposte della Confederazione contro il caro-carburante, Melaragni ha sintetizzato le novità emerse dalla riunione di ieri, al tavolo attivato presso il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, con la viceministra Teresa Bellanova, che ha presentato un protocollo d’intesa. Il Consiglio dei ministri dovrebbe varare oggi un provvedimento emergenziale ad hoc per l’autotrasporto, che aumenta l’attuale rimborso sulle accise e riguarda norme necessarie al corretto riequilibrio delle condizioni di mercato delle imprese del settore. Il governo pensa altresì a misure di ristoro per mitigare gli effetti del caro-carburante.
Con l’approvazione degli interventi attesi, “Unatras ratifica l’accordo con il governo”, come si legge in una nota.
La segretaria della CNA ha annunciato l’organizzazione di una assemblea della categoria.