Proroga dell’esenzione della Tosap/Cosap almeno fino a giugno e reintroduzione dei voucher. Sostegno alla formazione qualificata. Transazione fiscale e moratoria sui mutui. Istituzione del credito d’imposta per i prodotti alimentari. Diffusione dei dati sul Covid-19 non più su base giornaliera, per ridurre il clima d’incertezza. E, ultimo solo in ordine di elencazione, un pacchetto di interventi strutturali per il settore eventi, attività praticamente ferme che rischiano la chiusura in blocco e per le quali il decreto Sostegni-ter prevede misure del tutto insufficienti. CNA ha presentato al tavolo sulla ristorazione convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico, su richiesta della stessa Confederazione, proposte organiche per gli aiuti a un settore che, come ha detto il presidente nazionale, Giovanni Genovesio, è un riferimento importante per l’economia del Paese, per la filiera agroalimentare e per il turismo, ma ha l’urgenza di superare la forte crisi determinata dal protrarsi dell’emergenza epidemiologica.
Nella ristorazione – sono i dati forniti da CNA – si registra un forte turnover e una vita media dei nuovi locali molto ridotta. Il 25% dei ristoranti chiude entro un anno dall’apertura, il 50% entro tre anni e il 57% “getta la spugna” dopo soli cinque anni. Un fenomeno che rischia di subire una ulteriore accelerazione a causa del Covid-19. “Questi – ha detto il rappresentante della Confederazione – sono mesi importanti per il settore, una realtà di 338mila imprese sulle 400mila del mondo Horeca, e, complessivamente, per l’agroalimentare italiano, comparto in cui operano 1.447.352 imprese, che rappresentano circa il 9% del prodotto interno lordo. Bisogna pensare al futuro con una precisa strategia, immaginando nuovi scenari”.
Eugenio Moschiano, chef, presidente di CNA Ristorazione di Viterbo e Civitavecchia, evidenzia la necessità di intervenire con misure di sostegno immediate e, contemporaneamente, con una visione a medio-lungo termine che guardi alla territorialità dell’offerta della ristorazione. “La nostra Confederazione ha giustamente proposto di utilizzare parte dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sulle competenze per percorsi di formazione qualificata nel campo della ristorazione. La formazione è centrale. Sempre di più. Questo territorio – osserva – è ricco di prodotti di altissima qualità: dobbiamo essere in grado di valorizzarli, di esaltarne le caratteristiche, anche per attrarre la domanda indubbiamente in crescita nel segmento del turismo enogastronomico”.
“C’è grande attenzione, nel mondo della ristorazione locale, verso questo tema. Ci si scontra, però, molto spesso, con la difficoltà a trovare personale preparato. Investire nella formazione di figure qualificate -sottolinea Moschiano – significa lavorare per dare una prospettiva al settore e creare posti di lavoro stabili. È un tema non rinviabile. È adesso che bisogna affrontare la sfida dell’evoluzione della ristorazione. Tanto più che tra gli effetti negativi della pandemia va rilevata anche la sensibile riduzione delle iscrizioni alle Scuole Alberghiere”.
“Sarà importante allargare il confronto sul futuro – conclude il presidente di CNA Ristorazione – a tutti gli attori della filiera agroalimentare, comprese la produzione agricola e la trasformazione, in un’ottica di sostenibilità dello sviluppo”.
CNA Ristorazione ha realizzato un manifesto a sostegno e per la promozione della filiera della ristorazione, che, malgrado tutte le avversità, ha resistito con coraggio e passione. Ma anche per lanciare un messaggio di speranza a tutti. Il pdf del manifesto può essere scaricato qui.