“È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che rende finalmente operativo il Fondo Impresa Femminile, istituito con la legge di Bilancio 2021 per favorire investimenti e servizi nell’imprenditorialità femminile. Confidiamo ora nella rapida emanazione del provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico che dovrà indicare i termini di apertura delle domande per accedere alle agevolazioni, così da rispondere concretamente alle aspettative che l’approvazione di questa misura aveva suscitato. Il lavoro e la crescita delle imprese guidate da donne sono determinanti per una ripresa economica robusta e davvero sostenibile”. Lo affermano Luigia Melaragni e Lucia Maria Arena, rispettivamente segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia e presidente di CNA Impresa Donna territoriale.
Il Fondo ha una dotazione iniziale di 40 milioni di euro. “Con questa misura – spiegano – si vuole incentivare la partecipazione delle donne al mondo delle imprese, sostenere le loro competenze e creatività sia per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili già costituite sia per l’avvio di nuove attività imprenditoriali e la realizzazione di progetti innovativi, attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Il Fondo è tra le linee di intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede, complessivamente, 400 milioni di euro per l’imprenditoria femminile”.
“CNA sarà naturalmente impegnata per garantire informazioni e assistenza alle donne interessate: a chi fa già impresa e a chi aspira a farla”, sottolineano Arena e Melaragni.
Gli interventi del Fondo sono rivolti alle imprese attive o da avviare in questi ambiti: produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli, fornitura di servizi in qualsiasi settore, commercio e turismo.
Come si è detto, le agevolazioni per i progetti da realizzare sono concesse sotto forma di contributi a fondo perduto e di finanziamento agevolato (a tasso zero, della durata massima di otto anni e non assistito da garanzia), comunque in funzione delle linee di azione e dell’ammontare delle spese ammissibili previste nei programmi di investimento.
Per esempio, per la nascita e lo sviluppo di imprese, le persone fisiche che intendono avviare un’attività, le imprese femminili costituite da meno di 12 mesi al momento della presentazione della domanda e le lavoratrici autonome in possesso di partita Iva da meno di 12 mesi possono contare solo su contributi a fondo perduto per un importo massimo fino all’80 per cento delle spese ammissibili e comunque fino a 50mila euro per investimenti che prevedono spese ammissibili inferiori a 100mila euro, fino al 50 per cento quando le spese ammissibili sono superiori a 100mila euro ma non vanno oltre la soglia dei 250mila.
Invece, riguardo ai programmi di investimento per lo sviluppo e il consolidamento di imprese, che non devono prevedere spese ammissibili per più di 400mila euro, le agevolazioni, fino a copertura dell’80 per cento delle spese, sono, in egual misura, in forma di contributo a fondo perduto e di finanziamento agevolato. Possono essere richieste da imprese costituite da almeno 12 mesi e da lavoratrici autonome con partita Iva da almeno 12 mesi.
Va precisato che sono considerate ammissibili le spese relative a immobilizzazioni materiali e immateriali, a servizi cloud funzionali ai processi portanti della gestione aziendale, a personale dipendente e ad esigenze di capitale circolante.
A favore delle imprese beneficiarie sono previsti servizi di assistenza tecnico-gestionale per un importo fino a 5.000 euro.
Il Fondo sosterrà anche azioni per la formazione e la diffusione della cultura imprenditoriale femminile.
Info e approfondimenti: CNA, telefono 0761.2291.