“Per le pmi italiane, la situazione dei costi energetici era sentita e pesante già negli anni precedenti, in un tale contesto gli annunci di rincari preoccupano soprattutto le imprese più piccole che già sopportavano il peso maggiore di questi costi”. Barbara Gatto, responsabile del dipartimento Politiche Ambientali CNA, è intervenuta alla trasmissione “Italia 4.0” sul canale Class Cnbc su vari temi legati all’energia e le pmi italiane (clicca qui per vedere l’intervento).
La responsabile CNA ha ripreso i dati dell’Osservatorio CNA sull’Energia che testimoniano la situazione critica e di svantaggio competitivo delle pmi in tema di costi energetici. Le piccole imprese pagano l’energia quattro volte di più rispetto alle grandi ed il 33,5% in più della media europea. La componente parafiscale della bolletta per una piccola impresa incide quasi per il 35% sul totale.class
“La prima scelta da fare è quella di spostare in parte alcune componenti al di fuori delle voci di bolletta – ha sottolineato Barbara Gatto – le piccole imprese pagano oneri che riguardano le agevolazioni alle imprese energivore, le giuste agevolazioni ancora necessarie per le fonti rinnovabili, ma si tratta di risorse che servono per finanziare politiche economiche che vengono distribuite tra utenti che nella gran parte dei casi non riescono a beneficiarne.” Nelle misure prese in questi giorni dal Governo per attenuare i forti rialzi, la responsabile CNA vede l’inizio di un percorso che può portare a una riforma davvero strutturale della composizione della bolletta.
Dal mercato tutelato al mercato libero
“Un passaggio strategico che la CNA sostiene e che va gestito. L’Italia quando ha sancito con una legge che il mercato gradualmente sarebbe dovuto passare al regime libero, aveva anche stabilito dei tasselli che avrebbero dovuto superare delle criticità che ancora però caratterizzano il mercato energetico attuale. Purtroppo gli ultimi anni sono stati sprecati perché le continue proroghe che rinviano il passaggio al mercato libero creano confusione e rinviano i problemi.” Per la Confederazione l’effettivo passaggio al mercato libero, deve avvenire “attuando una serie di meccanismi di tutela che evitino che si trasformi in una situazione penalizzante anche per le imprese”.
La transizione energetica per le pmi
Riguardo la transizione energetica, la responsabile del dipartimento Politiche Ambientali CNA, ha ripreso i dati di uno studio della CNA, che evidenziano che una impresa su due ha effettuato interventi di miglioramento energetico negli ultimi tre anni e la molla principale è il costo dell’energia particolarmente elevato per le pmi.
“Chi ha effettuato tali interventi è riuscito ad ottenere benefici che si sono riversati anche nell’acquisizione di nuove fette di mercato. Ma solo una su quattro, di quelle che hanno effettuato interventi, ha utilizzato incentivi e/o agevolazioni per interventi di riqualificazione energetica e la causa principale è la mancanza di uno strumento ad hoc calibrato sulle loro esigenze. Tra le cause che ostacolano la scelta di effettuare un intervento spiccano le complessità burocratiche, connesse sia alla realizzazione dell’intervento che di accesso agli incentivi. Quello che è mancato ad oggi è una strategia di fondo in grado di orientare il mercato sulle tecnologie e sulle politiche di incentivazione. Aggiustando il tiro, il percorso può essere intrapreso positivamente come sottolinea anche Draghi in termini occupazionali e di nuovi investimenti senza trascurare gli aspetti di sicurezza e approvvigionamento. E poi c’è da affrontare la riforma della burocrazia che è una riforma a costo zero e che è inserita anche nel Pnrr. Siamo in un momento di crescita e di ripresa. Siamo in una fase positiva, c’è fermento e non ci possiamo permettere di sbagliare, dobbiamo gestire questo momento di emergenza e di complessità senza interrompere questa fase di ripresa” , ha concluso Barbara Gatto.
Cosa dice il decreto taglia bollette? In linea con i precedenti interventi di contenimento degli aumenti del costo dell’energia, le disposizioni contenute nel decreto trovano applicazione per un periodo di tempo limitato e, in particolare, per il quarto trimestre dell’anno (ottobre-dicembre 2021).
L’articolo 1 ammortizza il peso degli oneri generali di sistema sulla bolletta dell’energia elettrica attraverso la loro parziale compensazione da parte dello Stato. Tale compensazione, pari a 1,2 mld di euro, è finanziata attraverso i proventi delle aste di CO2 e attraverso il trasferimento di risorse alla Cassa per i servizi energetici e ambientali. Inoltre, ARERA interverrà ad annullare le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e non domestiche connesse in Bassa Tensione con potenza disponibile fino a 16,5 Kw.
L’articolo 2 prevede, per le utenze di gas metano ad uso civile ed industriale, la riduzione al 5% dell’aliquota IVA. L’intervento riguarda le fatture per consumi effettivi o stimati; in quest’ultimo caso, le eventuali successive fatture di ricalcolo saranno ugualmente assoggettate all’IVA al 5%. ARERA interverrà per ridurre le aliquote relative agli oneri generali di sistema gas.
L’articolo 3 demanda ad ARERA il compito di rideterminare le agevolazioni previste per i clienti svantaggiati e per i clienti domestici in gravi condizioni di salute (Bonus Energia) al fine di minimizzare gli aumenti della spesa per la fornitura di energia.
L’articolo 5 prevede la copertura finanziaria delle misure previste, che ammontano complessivamente a 3,5 miliardi di euro.