È pur sempre la festa di Santa Rosa. Mancano il trasporto, la processione, il corteo storico, ma “la tradizione resta viva”. La pensano così i pasticceri del centro storico: gli artigiani del gusto di casa CNA tengono alta la bandiera del made in Viterbo legato al 3 settembre e dintorni, sfornando i loro prodotti tipici.
I protagonisti sono la Pasticceria Garibaldi, nella via da cui prende il nome, e la Pasticceria Primavera, in via Vico Squarano. Gli ingredienti della festa? Si parte da quelli del pane di Santa Rosa. “Il nostro – dice Moreno Pierini della Pasticceria Garibaldi – presenta un impasto di farina e zucchero, come condimento ci sono nocciole dei monti Cimini, cioccolato fondente e uvetta. Non è molto dolce perché prende il nome dal pane”.
Sull’altro fronte invece – quello dellaPasticceria Primavera – a spiegare l’impasto è Alvaro Gobattoni. “Farina, zucchero, strutto, uova, cannella, lievito di birra, noci, uvetta, nocciole locali e mandorle: questi sono i nostri ingredienti”.
Pierini ha pensato anche a chi porta la Macchina, “con dei biscotti a forma di facchino. C’è una base di pastafrolla, poi sono ricoperti con un decoro di pasta di zucchero. Volevamo raffigurare non solo Santa Rosa ma anche loro. I biscotti sono prodotti che proponiamo da tanti anni”.
E tutti sembrano gradirli. “Vanno molto bene – commenta Gobattoni – e poi volevamo tenere viva la tradizione. Semo sempre tutti de ’n sentimento”, per dirla proprio come i facchini, pure con le limitazioni imposte dal Covid.
E Pierini è sulla stessa lunghezza d’onda: “I turisti ci sono e cercano il dolce tipico: lo vedono in vetrina e lo prendono. È sempre richiesto”.
Anche quest’anno dunque, nonostante tutto, sarà una buona Santa Rosa.