Cari colleghi, non vi nascondo la preoccupazione per l’evolvere degli eventi intorno alla proclamazione di fermo previsto per il prossimo lunedì, portata avanti da alcune sigle della categoria unitamente ad altre riferibili al mondo dell’agricoltura e dell’impresa in genere.
CNA-Fita, oltre ad aver revocato il fermo, prende netta distanza dai toni e da certe rivendicazioni usate per fomentare la categoria.
Una protesta scomposta che rischia di trasformarsi nell’ennesimo fermo “politico” come accadde nel 2012 dove molti nostri colleghi sono stati fermati con modi del tutto deprecabili e dove, ancora una volta, l’autotrasporto non ha raggiunto alcun risultato concreto oltre quanto ci fu possibile ottenere senza costringere al fermo gli autotrasportatori.
I toni usati in questa proclamazione incitano alla rivoluzione puntando a far saltare i tavoli e a distruggere piuttosto che costruire soluzioni condivise e praticabili.
La CNA-Fita, che ho l’onore e l’onere di presiedere, ha inteso, in questi ultimi due anni, intraprendere un rinnovato percorso di rappresentanza improntato alla concretezza, al pragmatismo e alla trasparenza volendo così difendere gli interessi dei suoi iscritti senza per questo illuderli o ingannarli.
Ogni azione di tutela non può prescindere dal generale contesto del Paese che non riesce neppure a garantirsi un interlocutore politico stabile e credibile.
Il fermo lo abbiamo proclamato contro il taglio dei fondi per il rimborso delle accise che, con molta fatica, non meno di un anno fa, abbiamo reso trimestrale. Il taglio è stato per ora sventato e per questo abbiamo revocato la minaccia di fermo.
Nelle attuali condizioni possiamo fermarci unicamente per risultati spendibili immediatamente, considerando come lo stesso fermo pregiudicherebbe il generale andamento economico del Paese e quindi anche la nostra situazione.
Siamo convinti che la strada del cambiamento e del rinnovamento sia quella più giusta, per questo siamo anche persuasi che fermarsi in nome di fumose e non praticabili richieste sia pericoloso e dannoso.
Si può e si deve pretendere un cambiamento, ma va ricercato nella concretezza e nella praticabilità, considerando sempre cosa il Paese sia in grado di concedere e garantire. Queste ragioni ci hanno spinti a revocare la proclamazione fatta nelle scorse settimane con l’impegno a perseguire, con convinzione, la ricerca di soluzioni nuove per vecchi e annosi problemi.
Molto però dipenderà dalla politica e dal suo grado di comprensione rispetto a quanto sta realmente accadendo nel nostro mondo e soprattutto alla sua disponibilità a ricercare nuove vie di dialogo rispetto a vecchi schemi.
Cinzia Franchini, presidente Fita-CNA