“Si sblocchino, senza ulteriore indugio, i trasferimenti alle attività produttive ubicate nei comuni delle aree interne”. A chiederlo, è la CNA, che si appella al governo affinché i tanti artigiani e le numerosissime piccole imprese che animano borghi e cittadine delle aree periferiche italiane possano accedere alle misure di sostegno economico – pari a 210 milioni di euro – finanziate attraverso le risorse del fondo istituito con la Legge di Bilancio per il 2018 e incrementato in estate con il Decreto Rilancio.
“Occorre un decreto attuativo perché le Amministrazioni locali possano disporre delle risorse previste, destinate, nella provincia di Viterbo, a 29 comuni per complessivi 2 milioni e 289mila euro”, dice Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, che ringrazia CNA nazionale per questo nuovo intervento nei confronti del governo.
Senza decreto attuativo, la strategia per l’incentivazione delle aree interne rimarrebbe sulla carta. “Si dia dunque il via libera ai contributi a fondo perduto per gli investimenti in beni strumentali e alle agevolazioni per l’innovazione di prodotto e processo – afferma CNA -. Il ritardo nell’adozione del decreto espone oltretutto le risorse stanziate per il 2020 al pericolo del mancato utilizzo, tenuto conto della impossibilità, per moltissimi Comuni, di predisporre entro la fine dell’anno i relativi bandi”.
“Quando abbiamo dato notizia dello stanziamento, abbiamo sottolineato che questa misura costituisce una opportunità per il riequilibrio dei territori. Registriamo grande attesa tra le imprese, incentivate ad investire se concretamente sostenute. Così come i sindaci, ai quali abbiamo dato piena disponibilità a collaborare, sono pronti ad operare con estrema rapidità. Siamo in costante contatto con la nostra Confederazione nazionale: CNA è impegnata a tutti i livelli – dice Melaragni – affinché le attività economiche, artigianali e commerciali, non vedano sfumare un incentivo così importante”.
“L’occasione – sottolinea CNA – non va sprecata se si intende avviare un reale percorso di superamento delle fratture territoriali, causa di impoverimento e spopolamento nelle aree più fragili del nostro Paese, che, specie in questo particolare frangente di forte arretramento dell’economia, rischiano di vedere approfonditi i divari socio-economici”.
Questi, lo ricordiamo, i Comuni della Tuscia destinatari delle risorse: Tessennano, Proceno, Latera, Arlena di Castro, Lubriano, Calcata, Onano, Barbarano Romano, Cellere, Villa San Giovanni in Tuscia, Celleno, Gradoli, Farnese, Civitella d’Agliano, Capodimonte, Monteromano, Carbognano, Piansano, San Lorenzo Nuovo, Faleria, Graffignano, Vejano, Ischia di Castro, Castiglione in Teverina, Castel S. Elia, Grotte di Castro, Gallese, Valentano, Oriolo Romano.