“Va evitata a tutti i costi la possibilità di una seconda chiusura di acconciatori ed estetiste, che dimostrano quotidianamente di operare con il massimo rispetto delle norme e dei protocolli di sicurezza e che hanno sempre mostrato disponibilità a confrontarsi con le istituzioni per individuare le soluzioni più efficaci nelle azioni di contrasto alla diffusione del Covid-19. Nuove restrizioni rischiano di compromettere la continuità delle imprese e di acuire il fenomeno dell’abusivismo, rispetto al quale sollecitiamo da tempo un impegno ancora più incisivo da parte delle autorità locali, affinché siano intensificati i controlli”. È chiaro il messaggio della CNA, mentre si sta valutando, a livello nazionale, l’introduzione di nuove misure volte al contenimento dei contagi.
La piaga dell’abusivismo è in continua espansione nel settore dei servizi alla persona. Il dilagare del fenomeno – osserva la Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa, ricordando gli ultimi dati Istat – mette a repentaglio la salute dei cittadini e la tenuta degli operatori che rispettano le regole, tanto più in questa fase di emergenza sanitaria. Nel 2018 il tasso di irregolarità nell’acconciatura e nell’estetica risultava pari al 27,1 per cento. Si tratta del valore più alto osservato tra i vari settori e che supera di gran lunga quello medio nazionale (14,2 per cento).
“Il lockdown ha messo in fortissima difficoltà le attività del benessere, risultate tra quelle maggiormente colpite dalla pandemia. Sono state le prime a chiudere e le ultime a riaprire – afferma Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia -. La ripartenza è avvenuta in totale sicurezza. Nei saloni sono applicate con rigore le linee guida della Regione Lazio, che impongono, come è noto, l’adozione di una serie di misure (riguardanti le precauzioni igieniche, l’uso di dispositivi di protezione individuale, l’accesso dei clienti ed altri aspetti dell’organizzazione aziendale) e che peraltro comportano un aggravio dei costi per gli operatori”.
“Gli abusivi, al contrario, vanificano lo sforzo collettivo di contenere il contagio e rappresentano una minaccia sia per la salute sia per il tessuto economico. Proprio per questo, nel maggio scorso, abbiamo inviato una lettera aperta ai sindaci e al prefetto, evidenziando l’urgenza di controlli potenziati. È intollerabile – conclude Melaragni – che le piccole imprese che operano nella legalità debbano convivere con un fenomeno così pericoloso”.