“Le imprese e i lavoratori del turismo guardano all’estate consapevoli che sarà impossibile compensare le enormi perdite subite nel primo semestre, ma con la speranza che la ripartenza coincida con l’avvio di un piano straordinario per il rilancio dei territori. Occorre una visione di medio e lungo termine per recuperare il mercato estero e per rafforzare l’offerta rivolta al cosiddetto turismo di prossimità. Ed è fondamentale che gli imprenditori possano partecipare alle scelte”. Così Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
L’Associazione ha condotto un’indagine tra i propri associati, soprattutto sulle previsioni per i prossimi mesi. Nelle zone marine il riavvio è lento, ma negli alberghi e nei campeggi interpellati a Montalto di Castro e a Tarquinia si rivedono le prenotazioni. A Montalto, per esempio, Pietro Biandolino, titolare dell’Hotel Residence Key Club, parla di “buona ripresa da metà luglio e di interessanti presupposti per agosto”, dopo un giugno “saltato” tranne che nell’ultima parte. Conferma che “si è iniziato a lavorare da pochi giorni”, Paola Lucherini, dello stabilimento L’Ombra, che dice di avere, per i prossimi due mesi, “sebbene solo sulla carta”, un numero di prenotazioni superiore agli anni precedenti: “Disponiamo di un ulteriore tratto di spiaggia, quindi abbiamo aggiunto 10 ombrelloni ai 60 che avevamo. Probabilmente le persone si sentono più sicure in una struttura che adotta tutte le misure di prevenzione previste. Tra le file, anzi, noi garantiamo una distanza maggiore, 5 metri e mezzo”.
Anche nei campeggi sono attesi arrivi. Il risveglio c’è, ma per ora si è lontani dai numeri del 2019. E si vive comunque nell’incertezza. Sicura è l’assenza degli stranieri (Roma, la stessa provincia di Viterbo, parte dell’Umbria, un pezzetto di Toscana: queste le provenienze). “Per fine settembre e ottobre abbiamo ricevuto prenotazioni dalla Germania, qualche richiesta dall’America”, fa sapere Andrea Trincanato, tour operator, titolare di My Love Italy (Tarquinia), che lavora soprattutto con i croceristi e nel frattempo ha comunque confezionato pacchetti per il turismo cosiddetto “domestico”. “Mirando a target specifici, come gli appassionati di bici e di trekking. Qualche segnale positivo, lo stiamo cogliendo”, spiega, aggiungendo che l’organizzazione di diverse attività è resa più difficoltosa dalle misure di prevenzione anti-Covid.
La mancanza dei croceristi pesa, ovviamente, anche su altri settori della filiera, come gli agriturismi con ristorazione che accolgono i gruppi organizzati.
Le disdette degli stranieri, in generale, hanno assestato un colpo a tante zone della Tuscia Viterbese, dal capoluogo al lago di Bolsena fino all’Alta Tuscia, dove si sono sviluppate strutture ricettive, agriturismi soprattutto, di pregio. Giovanni Bisoni, del Castello di Proceno, dice che “qualcosa si è mosso”, ma certo si vive alla giornata e le perdite sono enormi, a causa delle cancellazioni degli arrivi dall’estero (Europa, ma anche Usa e Australia). Non va meglio per chi opera lungo i cammini, come la Locanda Francigena, a Vetralla.
“Di fronte a una crisi così profonda, è importante mantenere uno stretto contatto con gli operatori, perché è con loro che va condiviso il piano di rilancio. In questi anni la rete dell’accoglienza si è molto qualificata e le imprese sono pronte per un turismo sempre più specializzato. Basta guardare, del resto, con quanta professionalità e con quante nuove soluzioni gli imprenditori stanno cercando di affrontare questa fase piena di difficoltà”, è convinta Melaragni.
A Viterbo l’Ufficio Turistico gestito da Promotuscia sta ricevendo diverse telefonate per informazioni sull’ospitalità nel post-Covid, per effetto della promozione della città che non si è comunque fermata. “Bisogna orientarsi anche verso nuovi segmenti. Per esempio, proprio oggi – osserva Ivana Pagliara – abbiamo avuto una richiesta interessante da un gruppo di ciclisti. Va colto il cambiamento della domanda, il nostro territorio esprime le capacità per affrontarlo”.
“CNA ha partecipato, nei giorni scorsi, al tavolo per il turismo organizzato in occasione degli Stati Generali. Abbiamo presentato proposte articolate per un progetto di promozione all’estero volto alla riconquista dei mercati perduti ed abbiamo evidenziato quanto sia necessario integrare le politiche turistiche nazionali con quelle regionali: nel caso del Lazio, parliamo dell’importante strumento del Piano triennale approvato di recente. Ciò, riguardo al tema della promozione, delle infrastrutture come dei poli culturali, che devono essere fruibili. Non aiuta il turismo, per dirne una, l’apertura dei siti Unesco di Tarquinia limitata al sabato e alla domenica”, sottolinea la segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
“Così come – prosegue – risulta decisivo implementare le politiche dei territori, per dare risalto alle specialità identitarie locali, incoraggiando la promozione e l’artigianato di qualità. La sollecitazione che arriva dagli stessi imprenditori ad operare verso una integrazione delle azioni è molto forte. Auspichiamo un attento monitoraggio delle fasi di ripartenza e di rilancio del turismo e la condivisione con le imprese delle strategie e delle azioni da realizzare”.