asportoDa ieri, lunedì 4 maggio, il mondo della ristorazione e dei pubblici esercizi e diverse attività artigiane, come pasticcerie, gelaterie, pizzerie al taglio e yogurterie, sono autorizzati a vendere cibo per asporto. Nella cosiddetta “fase 1”, molte di queste imprese si erano organizzate per la consegna a domicilio, consentita dai provvedimenti del governo, e, per effettuare il servizio, avevano non solo aggiornato il piano di autocontrollo Haccp con le prescrizioni mirate a garantire l’igiene e la salubrità degli alimenti durante il trasporto, ma anche implementato le procedure per la gestione del rischio Covid-19.

È adesso tenuto all’aggiornamento del piano (che analizza i rischi e i punti critici di controllo connessi alla produzione degli alimenti) chi attiva la vendita per asporto”, afferma lo staff dell’Area Igiene degli Alimenti di CNA Sostenibile. Non basta.

La documentazione aziendale deve essere integrata con le procedure indicate sia nei protocolli condivisi per la prevenzione del contagio da Covid-19 recepiti nei decreti del presidente del Consiglio dei ministri, sia nelle linee guida della Regione Lazio e della Asl. Queste ultime riguardano altresì la regolamentazione dell’accesso dei clienti all’interno del locale (è raccomandata la prenotazione online o telefonica, affinché il ritiro avvenga su appuntamento e si evitino dunque assembramenti), l’uso dei dispositivi di protezione e le precauzioni igieniche da adottare – affermano gli esperti -. Senza dimenticare che occorre informare la clientela, anche con una locandina affissa all’ingresso, sulle regole da rispettare”.

Per facilitare le imprese nell’attuazione delle nuove misure, CNA Sostenibile ha predisposto un vademecum, oltre che per le consegne a domicilio, anche per la vendita di cibo per asporto.

Informazioni: Area Igiene degli Alimenti, allo 0761.1768309. E-mail: marinamaggini@cnasostenibile.it.